L’utopia di Consonno da paese dei balocchi a luogo abbandonato

Prendete un piccolo paesino rurale, dove poche persone sono rimaste a vivere, accendete le luci di una piccola Las Vegas per creare un po’ di movida sulle verdi colline della Brianza e avrete un’idea di quel che era Consonno negli anni 60/70. consonno 2 graffito rage

Tornate su quella collina quarant’anni dopo la chiusura dell’attività e troverete costruzioni fantasma completamente allo sfascio abbracciate da quel verde che era lì prima di loro e continua a crescere in abbondanza, nel tentativo forse di nascondere tutto e riprendersi ciò che era suo.

Non è un racconto di fantascienza, è la storia di una località a pochi chilometri da Lecco, sulle colline del Comune di Olginate con vista sul lago di Como, da una parte, e sul corso del fiume Adda dall’altra. consonno 1 camion

La storia di questo paese dei balocchi degli anni 60/70 è stata oggetto di diversi reportage, tesi universitarie, approfondimenti su siti sui luoghi abbandonati e meta di culto per rave party, amanti del trash e dei paesi fantasma, graffitari, appassionati di fotografia e curiosi.

In breve quel che è successo è che a fine anni ’50 il conte Bagno, comprò l’intera proprietà dove sorgeva il piccolo borgo di Consonno e pensò di sostituirlo con un luogo di divertimento con bar, ristoranti, negozi, sale da ballo e un albergo di lusso denominato Plaza consonno 3 sala da balloHotel.

A quanto pare il posto attirò parecchio movimento e questa piccola Las Vegas rimase attiva per ben 16 anni, dal 1960 al 1976, finché una frana rese impossibile raggiungerla e da lì, nonostante i tentativi di rilancio, ci fu il declino.

Se vi avventurate su quelle colline per vedere cosa ne è rimasto, fatelo di domenica nel periodo di bella stagione – unico giorno in cui è possibile accedere – e possibilmente evitate quelle giornate in cui c’è un po’ di tristezza nell’aria.consonno 8 hotel plaza

Preparatevi a vedere uno scenario apocalittico da film horror: scheletri di costruzioni, graffiti, vetri rotti, soffitti che si sbriciolano, porte, tapparelle e finestre divelte. Solo in fondo alla via principale troverete un po’ di pace, dove c’è ancora la chiesetta del pesino originario. Seguendo il corso della la strada che esce da questo luogo dell’orrido, troverete un’insegna di ferro arrugginita dove si può leggere “Qui a Consonno tutto è meraviglioso“. consonno 5 luogo meraviglioso

A risollevare un po’ dal senso di inquietudine di tanta violazione e decadimento è la ricchezza della vegetazione che, per fortuna, ha già inghiottito abbondantemente le costruzioni.

Consonno, che oggi sembra essere attrattiva per chi ama pic nic, passeggiate o reportage fotografici a tema decadimento e abbandono, da dieci anni è anche una realtà che vuole recuperare la sua identità originaria. La piccola Associazione Amici di Consonno, che sul posto dal 2012 gestisce il bar La Spinada, organizza eventi per ravvivare il piccolo borgo e far sì che tradizioni, storia e memoria di questo particolare luogo non vengano dimenticati. consonno 6 chiesa

E’ insolito per me che sono sempre attratta dalla bellezza – in particolare dalle meraviglie della natura – visitare un luogo come Consonno. Mi ha trascinato la curiosità.

Ne avevo sentito parlare tanti anni fa in televisione, in un reportage sui luoghi abbandonati e mi è tornato in mente leggendo Absolutely nothing. Quel che mi aveva colpito allora – così come oggi anche dopo averlo visto – è l’assurdità di quell’utopiaconsonno 10 fontana di creare un luogo di divertimento in cima ad una collina – non poi così facilmente raggiungibile – dove io, se potessi, mi rifugerei volentieri quando sento il bisogno di estraniarmi dal mondo.

Salendo da Lecco in direzione Consonno – seguendo l’auto di amici con cui fortunatamente ho condiviso questa esperienza – in una domenica di cielo terso dopo un pranzo sul lago, attrazione e repulsione si alternavano in me senza trovare pace.

Fino all’ultimo metro percorso – ammirando la generosità della natura e delle vedute dall’alto – ho sperato che il paese dei balocchi non fosse vero, che fosse solo frutto della grottesca invenzione di una leggenda popolare. consonno 4 minareto

Mi chiedo cosa avrebbe scritto, se fosse vissuto in quegli anni, Alessandro Manzoni, che ambientò gran parte de I promessi sposi a Lecco e dintorni – a pochissimi chilometri da Consonno – e che nel suo romanzo spesso sospende la narrazione con affascinanti descrizioni del paesaggio di quel ramo del lago di Como che tanto lo affascinava.

Ma cos’era veramente Consonno per chi lo ha vissuto in versione Las Vegas? Sul sito del corriere.it ho trovato questo breve video in cui è lo stesso conte Bagno a parlare con entusiasmo del suo parco divertimenti.

Durante il mio sopralluogo ho provato a chiederlo ad una signora che ho incontrato nel bar, mi ha risposto “Era bellissimo, c’erano negozi e bar” e il suo viso si è illuminato come se per un attimo le luci della Consonno dei balocchi si fossero riaccese.

Se tantissimi sono i racconti del piccolo borgo prima che diventasse la cittadina dei divertimenti – e ancor di più quelli della ghost town che è oggi – poche sono le testimonianze di chi il paese dei balocchi se lo è goduto prima del declino.

consonno ieri 8Così di nuovo mi sono messa alla ricerca e sul sito consonno.it ho trovato la sezione “emozioni da Consonno” e un invito a pubblicare i ricordi dell’epoca.

Leggendo si scopre che per chi abitava o villeggiava nei dintorni era una tappa obbligata nel fine settimana, era un posto ricco di colori, luci e giochi, c’erano strani monumenti come locomotive e vecchi cannoni, grandi terrazze panoramiche, bazar e negozi di giocattoli, macchine a batteria (primi rudimenti di giostre), una fontana gigante con un laghetto che raccoglieva i pezzi del tiro al piattello e la sera sale da ballo e ristoranti.

consonno ieri 9C’è addirittura chi racconta di aver festeggiato le nozze all’hotel Plaza e chi azzarda a definirla una pre-Gardaland.

Insomma Consonno è stato indubbiamente un terribile esempio di speculazione economica ed edilizia ai danni di un paese brutalmente strappato ai suoi abitanti. Cose che ci si augura non succedano mai più. La bellezza c’è e resta in chi vuole recuperare il vecchio borgo e in chi lo conserva tra i suoi ricordi nella versione paese dei balocchi anche come luogo di incanto e divertimento in quei suoi 16 anni d’oro.

 © Riproduzione riservata – Immagini de La Sere e da consonno.it (le ultime due)

L’utopia di Consonno da paese dei balocchi a luogo abbandonatoultima modifica: 2017-04-24T17:28:39+02:00da lesenedelase
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