Viaggio in Cornovaglia: perdersi nei Lost Gardens of Helingan

Il nono e ultimo giorno di viaggio è la mia giornata-lost nei Lost Gardens of Heligan. Di prima mattina già friggo all’idea di un bel programma all inclusive che sfrutti al meglio ogni ora di luce di questa giornata. In realtà un imprevisto mi tratterrà troppo a lungo nei giardini Heligan e l’unico obiettivo del tardo pomeriggio sarà fare rientro a Penzance. Lost Heligan Gardens - Mud Maid

Se penso a cosa resta del programma iniziale di viaggio, trovo spunti sufficienti a riempire almeno altri due giorni di permanenza qui, e ancora ho nostalgia di qualche tappa che è saltata. Insieme a nuove mete tornano in mente Fowey, Mevaggisey e addirittura Godrevy. Ma il tempo scorre ed è ora di mettersi in moto. Creo una nota sullo smartphone con un paio di itinerari possibili, mi lascerò ispirare dalla piega che prenderà la giornata.

La prima tappa sono i Lost Gardens of Heligan. Da lì potrei raggiungere Mevaggisey e poi Fowey in traghetto, con la traversata che ho perso quando ho visitato Fowey. Poi prendere il bus per Par e a quel punto capire se resta tempo utile per la linea ferroviaria della Great Scenic Railways che attraversa boschi e villaggi collegando Par a Newquay. Un’altra opzione per il pomeriggio è raggiungere Mevaggisey a piedi, tornare in bus a St Austell, prendere il treno per Liskeard e da lì la linea ferroviaria che costeggia il fiume Looe fino all’omonimo paese di pescatori.

Ieri sera ho fatto fatica ad addormentarmi, ma per fortuna una volta preso sonno la nottata è andata via quasi liscia. Qualche presenza indesiderata si è insinuata nei miei sogni. E’ stata la prima notte, da quando sono qui, in cui ho sognato di faccende di lavoro e colleghi. Non è chiaro se dieci giorni di Cornovaglia non siano sufficienti per staccare completamente o se già la mia mente stia prefigurando il rientro. Ma in fondo chi-se-ne.frega, io oggi non posso perdermi in questioni che non riguardano tutto ciò che posso godermi ancora di questo posto.

Al mio sveglio le Laverne e Shirley del Devon sono già pronte per il check out, mi salutano annunciando che la luce del bagno “dosen’t work (non funziona più!). La ragazza che è arrivata ieri invece non c’è, non ho ancora avuto modo di conoscerla, né incontrarla.  Lost Gardens of Heligan

In mattinata i miei spostamenti combaciano perfettamente, una volta alla stazione di St Austell l’attesa, di una delle poche corse del bus per i Lost Gardens of Heligan, è di pochi minuti. Qui trovo di nuovo la coppia di cinquantenni della Nuova Zelanda che soggiorna in ostello. Ci siamo incontrati già ieri alla Morrab Library e d’ora in poi le nostre coincidenze verranno battezzate con un ironico we follow you (ti stiamo seguendo!). Il bus ci lascia nel parcheggio dei Giardini e da lì inizia – senza che ancora me ne renda conto – la mia giornata lost.

Per prima cosa mi accorgo, che tra bus e biglietto d’ingresso, in tasca mi rimangono poco più di dieci sterline; mentre la visita al parco richiede molto più tempo di quanto pensassi. L’opuscolo informativo parla di una tenuta di 200 acri (circa 80 ettari) e consiglia un tempo di permanenza nel parco di minimo 4 ore; ci vogliono invece almeno due giorni per una visita come si deve.

I giardini Heligan sono immersi nelle colline verdi della campagna tra St Austell e Mevaggissey. La mappa li suddivide in più zone e propone diversi percorsi di visita. Scelgo di procedere seguendo l’anello più ampio iniziando subito dalle installazioni artistiche, addentrandomi poi nella piccola giungla e lasciandomi ispirare qua e là da ciò che incontro sul sentiero. Mi do come limite massimo di permanenza il primo pomeriggio. Lost Gardens of Heligan - giant s head

In genere sono attratta da luoghi che non conosco perché me li hanno raccontati, perché ho visto una foto e qualcosa che mi è rimasto impresso. La scintilla che mi mette in moto verso un luogo è un particolare che fa scattare quella molla con l’etichetta: “io voglio andare là“.

Ciò che mi ha trascinata fino ai Lost Gardens of Heligan sono le foto delle creazioni artistiche del parco, e precisamente le due creazioni – poi rivelatisi tre – che rappresentano forme umane, costruite con terra, muschi e piante che si fondono e confondono con il terreno e la vegetazione circostante. Si tratta della Giant’s Head (testa del gigante), della ragazza di fango (Mud Maid) e della signora grigia (Grey Lady).

Lost Gardens of Heligan - Grey LadyIn realtà una volta sul posto, scopro che sono solo una piccola parte di ciò che custodisce l’immenso parco intorno alla tenuta di Heligan House. Ci sono orti, giardini e serre, stalle e pascoli per gli animali allevati qui, e poi ancora prati e boschi. Tra le cose più interessanti trovo un hotel per insetti, un ponte tibetano di corda (Burma Rope Bridge) e la piccola giungla. Camminare tra i laghetti immersi in una vegetazione fitta e rigogliosa mi fa quasi dimenticare di essere in nord Europa, per qualche istante ho paura che dall’acqua spunti un coccodrillo o che da un ramo si cali una scimmia.

Perdersi nei lost Garden è un’esperienza bellissima, un po’ meno è stato completare il percorso con passo deciso e restare poi per ore ostaggio dell’area parcheggio, in attesa del bus per St Austell delle 14.10. Una piccola incomprensione su dove effettivamente fosse la fermata – un punto completamente diverso da quello dove eravamo stati lasciati al nostro arrivo – ha fatto sì che io, una coppia di settantenni di Manchester, una ragazza canadese e via via altre persone arrivate con noi in mattinata, rimanessimo a confidare almeno nell’ultima corsa, prevista per le 17.13.

L’imprevisto dell’attesa di un bus – che prima sembrava in ritardo e che poi in realtà non aveva visto nessuno – ha fatto sì che si creasse una piccola alleanza-da-comune-destino tra me, la coppia di inglesi e la ragazza canadese. La situazione mi ha servito sul piatto d’argento l’opportunità – per me piuttosto impegnativa – di più di due ore di conversazione in lingua, apprezzabile da ben due sfumature di accento: quello inglese e quello nord americano.

E così ho dato fondo a qualsiasi cenno spendibile delle mie doti comunicative apprezzando più che altro che quel tempo di attesa fosse in piacevole compagnia. Se fossi stata la sola a perdere quel bus sarei impazzita azzardando soluzioni improbabili. A quel punto speranza comune, per le poche ore rimaste della giornata, è stata semplicemente tornare a St Austell e poi, per quanto mi riguarda, a Penzance. lost Gardens of Heligan - insect hotel

Quel che è successo oggi resterà nella memoria di viaggio come la giornata-lost. Lost come i Lost Gardens of Heligan, lost come la corsa di un autobus che in tanti abbiamo perso – quasi fosse stato l’intero bus ad essersi disperso nel nulla – e infine lost per tutto ciò che del mio ricco programma è andato in fumo. Compreso un vano tentativo di raggiungere Mevaggisey a piedi. Ci ho provato ma il tratto di strada era troppo stretto e trafficato.

In ostello arrivo piuttosto infreddolita, fuori piove e fa freddo, il k-way oggi non basta. In camera trovo una nuova compagna di stanza. E’ nel letto che scrive al pc. Si presenta come un’insegnante della repubblica ceca che d’estate gira l’Inghilterra facendo ricerche storico-letterarie per i suoi studenti. Lei è in vena di chiacchiere, io non molto, ho voglia di una doccia calda e di un po’ di relax. Mentre parla, mi accorgo che ha spostato alcune delle mie cose e si è presa la sedia su cui avevo appoggiato i miei vestiti, motivo in più per non sentirmi in colpa se taglio corto.

Lost Gardens Of Heligan - ponte tibetano Burma rope bridgeIn cucina a cena ritrovo la famiglia della Germania e poi eccomi finalmente vis a vis con Federica, la ragazza che dorme nel letto vicino al mio. E’ svedese e scopriamo che se io le invidio i paesaggi nordici e le giornate lunghe dell’estate, lei mi invidia la vicinanza alle montagne. A quanto dice in Svezia le montagne scarseggiano.

Di nuovo mi rendo conto che il viaggio è lo specchio di quanto poco conosci del mondo e di quanto ognuno di noi sia solo un minuscolo frammento di esperienza umana. Così c’è chi vive sognando quelle montagne che in lontananza per me sono visibili tutti i giorni, mentre io a casa devo chiudere gli occhi e pensare alla Cornovaglia per vedere quell’oceano che per chi vive qui è un immancabile elemento dello sfondo.

La lista delle cose non fatte stasera inizia con le linee ferroviarie panoramiche Par-Newquay e Liskeard-Looe e termina con la lunga coda di tutte le mete rimaste in sospeso in questi giorni.

Penzance, 9 giugno 2017

© Riproduzione riservata – Immagini de La Sere

Viaggio in Cornovaglia: perdersi nei Lost Gardens of Helinganultima modifica: 2017-08-16T23:05:02+02:00da lesenedelase
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