L’inventore di se stesso di Enrico Palandri

L’inventore di se stesso di Enrico Palandri è il racconto di un figlio che cerca di ricostruire la storia delle origini del padre. window-1679344__340

E’ Gregorio a risvegliare la necessità di una ricerca inaspettata e impellente. Gregorio è il nome del padre, lo stesso nome che il figlio non vuole dare al primogenito, illudendosi così di contrastare l’ennesima intrusione di Gregorio Licudis, quella che fa in ospedale davanti alla culla del neonato sperando di riuscire ad imporre il proprio nome.

Con Laura io ero entrato in un mondo nuovo, un pianeta lontano, diverso, che lui non conosceva bene. Non lo avremmo chiamato Gregorio e questo era un altro paletto che avremmo piantato lungo il confine.

La voce narrante è di Giorgio il figlio di Gregorio Licudis, fermamente convinto, con il matrimonio e la nascita del primo figlio, di aver tracciato finalmente un confine fra sé e un padre eccessivo ed insicuro. In realtà quella nascita e quel nome diventano il punto di partenza e di non ritorno di un viaggio che il figlio intraprende alla ricerca delle origini della famiglia paterna.

Le stesse origini di cui in passato ha sempre avuto da entrambi i genitori una versione forzatamente troppo vaga ed evasiva. Un bagaglio di interrogativi che sembrava ormai abbandonato finché non si ripropone chiuso in una lettera che Gregorio Licudis consegna al figlio, una busta che diventa un amuleto da portare sempre con sé.

La mia famiglia cominciava veramente da mio padre e mia madre, solo adesso e attraverso quella lettera affioravano tanti antenati di cui non avevo mai saputo nulla.

La necessità di raccogliere libri e documenti sulle proprie origini, di mettere insieme tutti i pezzi della storia del padre nasce, in Giorgio, quando si rende conto che il suocero lo ha scelto e lo sta plasmando per consegnargli l’amministrazione dell’impresa e di tutto il suo patrimonio.

Pensavo alla lettera di mio padre che tenevo sempre nel taschino interno della mia giacca: anch’io avevo una famiglia, o l’avevo avuta, gloriosa e dispersa.

stone-will-2801185__340Giorgio si ritrova a gestire un impero economico e imprenditoriale che spesso lo porta in trasferta nell’est Europa, le stesse terre in cui può cercare e raccogliere tracce dei propri antenati.

I prosperosi affari avviati dal suocero si rivelano una responsabilità redditizia ma anche molto impegnativa, che il genero accetta suo malgrado senza sottrarsi. L’unica nicchia che riesce a ricavarsi, per non soccombere, è interrogare i propri antenati per farsi raccontare la propria storia.

Ne L’inventore di se stesso Palandri dà voce ad un figlio che affronta il tema del rapporto con le origini, disegnandolo come un’altalena il cui movimento tra il trasmettere e l’essere è fatto di fughe e ritorni, distanze e vicinanze, appartenenze e confini, storie e vita di tutti i giorni.

Il presente è un lampo che illumina per un istante la vallata ma si dissolve immediatamente in mille attimi che vanno verso futuri diversi, spesso distanti tra loro, e l’ambizione di chiudere un essere umano in una trama e consegnarlo compatto al futuro è un artificio artistico. 

L’inventore di se stesso è tra i cinque finalisti dell’edizione 2018 del Premio Nazionale di Narrativa Bergamo.

© Riproduzione riservata – Immagini da Pixabay

L’inventore di se stesso di Enrico Palandriultima modifica: 2018-03-22T23:38:20+01:00da lesenedelase
Reposta per primo quest’articolo