Non ce l’ho fatta ma vado avanti

Si chiude settembre, il mese in cui si tirano le somme dcaduta e ripartitai un anno di università e io devo accettare che non ce l’ho fatta, ma vado avanti.

L’anno accademico 2021/2022 è finito e io non ho neanche un esame sul libretto. Devo ricominciare dall’inizio e non me l’aspettavo! 

Con l’appello di settembre credevo di aver superato Geometria e algebra lineare e invece niente, al terzo tentativo il voto è stato di nuovo insufficiente. Da lì si è aperto un periodo di riflessione su che senso abbia seguire un percorso che forse non fa per me. Nell’ultimo anno ho dedicato molto tempo allo studio, ho portato con me appunti ed esercizi anche nei miei viaggi estivi.

Nei primi due appelli sapevo che la mia preparazione era un po’ vacillante, ma questa volta ero convinta di esserci e di avere anche la giusta concentrazione. Riprendere a studiare mi ha riportato in un mondo in cui non è solo questione di capire, trattenere i concetti e saperli utilizzare, ma anche di essere in grado di gestire, al momento dell’esame, presenza mentale, tempo ed energie. Ma alla fine ho preso 16, quindi il mio esame non é sufficiente.

Aver sopravvalutato me stessa e la situazione mi ha spiazzata. Ho visto l’organizzazione del mio tempo andare in mille pezzettini come una bolla che scoppia. D’improvviso ho smarrito il senso dell’orientamento, non solo per lo studio, ma in generale.

Rientrata dalle ferie a fine agosto avevo puntato dritto all’esame dell’8 settembre. Da lì al 15 ho proseguito il mio tran tran vivendo un po’ sospesa nell’illusione che di lì a pochi giorni avrei avuto finalmente un esame sul libretto e invece il 16 settembre, quando ho visto il risultato, è crollato tutto.

Non sono mai stata brillante a scuola, ai tempi del liceo scientifico mi bastava restare a galla, e in qualche modo a galla ci sono sempre stata. Poi con la prima esperienza universitaria, in ambito umanistico, il mio impegno è migliorato, quel che studiavo mi piaceva e non sono mai stata bocciata ad un esame.

E ora eccomi qui, a più di quarant’anni a cercare di studiare tutt’altro e a collezionare in pochi mesi già tre fallimenti. Ciò che mi manda in crisi è il timore di ritrovarmi in mano solo frustrazione.

Eppure studiare geometria e algebra mi è piaciuto. E, anche se ci sono rimasta male, anche se ora ho rallentato un po’ e so che è tempo di dedicarmi a ciò che per lo studio ho lasciato in sospeso – amicizie, libri, camminare o guardarmi un film – nonostante tutto sento che non é il momento di lasciare questa strada.

E allora vado avanti. Ho iniziato a sistemare gli appunti di Informatica e Analisi I. Sono andata un pomeriggio in università a lezione. Ho chiesto un colloquio con il professore per rivedere gli errori del mio compito. É vero, ho perso un po’ il ritmo e la determinazione, ma so che non ho mollato.

E visto che un lavoro e qualche interesse che può riempire il mio tempo ce li ho, li considero anche il mio paracadute nel caso in cui l’impatto con la frustrazione fosse troppo violento.

Non so perché mi sono messa a studiare Ingegneria informatica, ma per ora mi piace e voglio assecondare questa strada e sono curiosa di vedere dove mi porterà.

© Riproduzione riservata – foto credit La Sere

Non ce l’ho fatta ma vado avantiultima modifica: 2022-09-30T22:48:00+02:00da lesenedelase
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