Se avessi veramente tutto il tempo a disposizione…

Quante volte mi capita di pensare “ah se avessi tutto il tempo a disposizione per fare quel che voglio, non starei tanto a correre per smaltire le cose di routine. Riuscirei a dedicarmi di più e meglio a libri che vorrei leggere, posti che da visitare e nuove cose da scoprire….”. In realtà due libri che ho finito di leggere in questi giorni hanno messo un po’ in dubbio questa certezza. E forse è proprio per quello che per Natale a Gesù Bambino avevo chiesto di rallentare.

Ho ritrovato il libro Prevedibilmente irrazionale di Dan Ariely nella libreria di camera mia a casa dei miei genitori. Era un regalo di Natale di tanti anni fa. Uno di quei libri che metti in conto di leggere prima o poi e che col tempo dimentichi di avere. Pur trattandosi di un saggio è stata una di quelle letture che fanno compagnia. ny taxi

Il testo analizza come le nostre scelte di tutti i giorni, contrariamente a quanto pensiamo, siano frutto più delle nostre emozioni che della nostra affermata ed infallibile capacità di scelta razionale. Ariely attraverso degli studi sul comportamento sociale racconta di come collezioniamo cose inutili semplicemente perché sono gratis. E lo stesso avviene per le esperienze, riempiamo il nostro tempo di cose da fare o relazioni da mantenere, oltre i nostri effettivi interessi e possibilità, semplicemente perché siamo in balia della paura di perdere più che del desiderio di trarne vantaggio. Questo processo se esasperato rischia di distoglierci da ciò che per noi è veramente importante, fa disperdere energie ed è fonte di stress.

Il bisogno di riempire il tempo prevale su un’accurata scelta di ciò che è importante e utile fare. Quante volte sovrappongo troppe cose senza godermele veramente o portandole a termine male. Concentro la spesa, la tappa in biblioteca, lo stiro e altro, tutto in un pomeriggio, e il risultato è che due giorni dopo devo tornare al supermercato perché non ho meditato bene sulla lista della spesa, in biblioteca nella fretta ho dimenticato un libro e crollo esausta sul divano privata di qualsiasi desiderio di fare.

Spesso arrivo a fine giornata con la sensazione che mi sia mancato il tempo per fare tutto ciò che avrei voluto. Devo andare a letto costretta dalla levataccia del giorno dopo, anche se in realtà vorrei chiudere la giornata con un film, una lettura o scrivere. Ciò che trascuro di più è proprio la scrittura. Mi sembra di non avere mai la mente abbastanza sgombra di pensieri per mettermi qui e scrivere.

Hanif Kureishi nel libro Da dove vengono le storie? parla del suo difficile ma profondo rapporto con la scrittura e di come ha affrontato e superato il blocco creativo di fronte alla pagina bianca. Per Kureishi non è stato semplice mettersi a scrivere quando scrivere è diventata l’unica occupazione dell’intera giornata. “Dalla finestra della mia stanza osservavo le altre persone che andavano al lavoro, invidiavo la loro fretta e il fatto che avessero uno scopo. Sapevano quello che stavano facendo; non brancolavano nel buio“.

E’ interessante l’analisi che fa Kureishi sulla difficoltà creare una storia e dei personaggi anche se scrivere è la tua passione principale e senti che vorresti poter dedicare gran parte del tuo tempo solo a quello. La scrittura, così come qualsiasi passione artistica, secondo Kureishi ha in sé la difficoltà di accettare il fatto di mettersi di fronte a se stessi. “Avevo paura di scrivere perché mi vergognavo di quello che pensavo e di quello in cui credevo“.

new-york-city-street artE così è anche per la gestione del nostro tempo. E’ difficile per me trovare un equilibrio tra l’alternanza di giornate da soldatino e i momenti di noia e disinteresse, in cui piccole e grandi iniziative rimangono in balia dell’indecisione e del timore di non avere la testa e l’energia per intraprenderle. In fondo non è poi così terribile non avere tutto il tempo che vorrei a disposizione, perché se così fosse rischierei di disperderlo inutilmente.

Come scrive Ariely tutti abbiamo bisogno che alcuni tempi e scadenze siano imposti, dagli altri o da noi stessi, questo ci aiuta ad impiegare meglio il nostro tempo. Secondo Kureishi è fondamentale mettersi veramente di fronte a noi stessi senza aver paura di quello che si scopre, perché solo così sapremo trarre qualcosa di creativo e vero dalle nostre passioni, imparando a disporre meglio del tempo.

Guardando il diario che tenevo all’epoca capisco come sapessi bene quello che stavo facendo e, allo stesso tempo, come non lo sapessi affatto. Doveva essere una scoperta, sì, ma di qualcosa che già c’era” H. Kureishi

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Se avessi veramente tutto il tempo a disposizione…ultima modifica: 2017-01-29T00:46:57+01:00da lesenedelase
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