Viaggio a Spalato: il mio saluto alla città e le risposte di Rebecca West

Spalato 26 agosto 2017. Sesto ed ultimo giorno. Il mio saluto a Spalato e alla Croazia non può che essere seduta sui gradini del Peristilio. Quasi tutte le mie giornate si sono concluse qui ad ascoltare la musica di quel signore che anche stasera è su uno sgabellone con la sua chitarra fuori dal bar LVXOR.  Spalato porto

In questo momento sta regalando all’intera piazza la sua cover live di Waterwall degli Oasis. Ho voglia di cantare a squarciagola, ho un po’ di pelle d’oca e gli occhi lucidi. Mi dispiace dover già partire e allo stesso tempo sono un po’ commossa per tutta la bellezza che mi ha fatto compagnia in questi giorni.

Sono passati pochi mesi dalla Cornovaglia, il mio primo viaggio da sola, e sto già facendo il bilancio della mia seconda impresa in solitaria. Ogni cosa che faccio da sola è una conquista. La conquista è riuscire a cavarmela e gustarmi la bellezza. E ancor più lo è quando si tratta di un viaggio, di avere un posto nuovo da vivere e girare in lungo e in largo.

L’imprevisto iniziale dell’appartamento mi ha insegnato che non tutto può andare secondo le previsioni, nemmeno se le scelte fatte sono state accuratamente soppesate. Con un po’ di fiducia in sé e nel mondo si possono però trovare soluzioni alternative e imparare ad accettarle senza rovinarsi la vacanza. L’appartamento de La Perla Luxury manca di tante cose, ma grazie a piccoli accorgimenti è stato un luogo con cui mi sono presto riappacificata. E alla fine posso dire che mi sono sentita a casa.

tramonto Spalato KasteletDella giornata di oggi non c’è molto da scrivere se non che ho passato l’intera giornata in spiaggia in zona Kastelet, che si trova esattamente dalla parte opposta del golfo di Spalato rispetto alla baia Bacvice. Per raggiungerla ho fatto un bel pezzo a piedi. Ho camminato molto in questi giorni e camminare è fondamentale per conoscere un luogo.

La mia scoperta di oggi l’ho fatta al porto turistico, dove mi sono rifatta gli occhi con una serie di barche a vela e yacht. La barca è per me il mezzo più interessante per viaggiare. E’ un viaggiare lento, un perenne contatto con l’acqua, un viaggio che richiede semplicità e praticità.

Mentre osservavo invidiosa la lunga fila di imbarcazioni mi sono resa conto che la pavimentazione della banchina è un monumento a memoria degli atleti spalatini che sono stati da medaglia alle Olimpiadi. E a quanto pare sono parecchi, ho camminato su una lunga serie di targhe che li celebra nome per nome, risultato per risultato, come fa Hollywood per le stelle del cinema.  Spalato aci marina targhe memorial atleti

E’ la terza volta che vengo in Croazia e questo viaggio è ulteriore conferma che la bellezza qui c’è e quel che ho visto e scoperto in questi giorni è solo un assaggio di ciò che offre questa terra. La sensazione che ho avuto in questi giorni è che la Croazia sia una terra molto più ricca di come la si può percepire da fuori. Insomma non è solo mare cristallino e mangiar bene.

Un solo aspetto è stato difficile da digerire: la maschera di diffidenza-rassegnazione che spesso mostrano, in prima battuta, gli autoctoni. Atteggiamento che mi è sembrato  meno marcato nelle giovani generazioni. Eppure in Croazia senti che non ti può mancare nulla. Tutto ciò che viene offerto – che sia un prodotto o un servizio – ha una qualità molto alta sia nella sostanza che nella forma. Insomma non è difficile cogliere dietro a questa sgradevole scorza un mondo ricco fatto di cultura, arte, artigianato, tradizione culinaria e capacità di offrire servizi.

Spalato porta d'oroOvunque si trovano bancarelle che vendono prodotti artigianali, ovunque si trovano bancomat, fast food, servizi di deposito bagagli. Si può mangiare a qualsiasi ora e in abbondanza. La cucina oltre a poter disporre di prodotti locali di ottima qualità (olio, carne, pesce, verdure, pane, dolci) è in grado di far crollare qualsiasi buongustaio che si proclami irremovibile dalla cucina italiana.

Ovunque c’è un pezzo di storia degno di essere visitato perché da qui sono passati i Romani, i Veneziani, gli Asburgo e qui sono nati e cresciuti artisti, scrittori e registi la cui fama purtroppo raramente è riuscita a spingersi fino a noi, forse proprio per colpa di quella scorza di cui parlavo prima.

In questi giorni ho riflettuto molto sull’espressione barriera linguistica. Le lingue non sono il mio forte, ma della Cornovaglia col mio traballante inglese ho potuto approfondire ciò che mi interessava anche rovistando tra siti e libri che non hanno una traduzione in italiano. Con il croato queste operazioni sono per me impossibili e sul posto si trova ben poco di scritto, in inglese così come in croato. Forse per bisognerebbe infilarsi in qualche biblioteca o fare una ricerca sui siti locali. La barriera linguistica croato-italiano resta però comunque un limite invalicabile. Spalato finestra

Tornando a casa ho letto un paio di romanzi di autori croati. Cercavo di conoscere i temi cari alla loro letteratura e speravo di trovare qualche indizio in più su questa diffidenza-rassegnazione puntualmente smentita da un fare, una dedizione, una cura e senso estetico che i croati mettono continuamente in moto per non fare mancare nulla a chi è in visita nel loro paese. E allora perché tutta questa ricchezza non riescono a comunicarla con orgoglio al mondo?

Con l’intenzione di dedicarmi un po’ di più alla letteratura di viaggio in biblioteca ho trovato Viaggio in Iugoslavia. La Croazia di Rebecca West. Il libro è stato pubblicato dalla giornalista inglese negli anni quaranta e tradotto in italiano solo negli anni novanta. Il diario di viaggio, in cui sono racchiusi elementi raccolti in più viaggi che la West ha fatto in Iugoslavia a fine anni trenta, più che un resoconto di luoghi e incontri è un’occasione che l’autrice sfrutta senza remore per comporre un ritratto storico e sociale di regioni e popoli dei Balcani.

Ed è nelle sue parole che ho trovato la risposta che cercavo.
Sapendo che è il passato a determinare il presente ero venuta in Iugoslavia per vedere come funzionava questo processo: un processo che implica un’enorme quantità di dolore umano, senza soluzione di continuità, in grado di sgomentare qualunque individuo allevato nella sicurezza di un passato inglese o americano.

Spalato piazza Repubblica trg ProkurativeSe fossi scesa nella piazza del mercato, armata di poteri magici e avessi fermato un contadino chiedendogli: “Hai mai conosciuto la pace nella tua vita?”, e avessi quindi aspettato la sua risposta, l’avessi scosso per le spalle trasformandolo in suo padre, e avessi fatto a costui la stessa domanda, trasformandolo poi a sua volta in suo padre, non avrei mai udito un “sì”, neanche se avessi risalito la catena di mille anni. Mi sarei sempre sentita rispondere: “No, c’era la paura, c’erano i nemici all’esterno e i dominatori all’interno, c’era la tortura, c’era la morte violenta”.

Né la loro storia è mai riuscita a ricompensarli almeno indirettamente, producendo meravigliose leggende epiche. Il loro primato di eroismo individuale, mai superato da altre nazioni, non è mai riuscito a trasformarsi in quell’indistruttibile immagine di forza che avrebbe potuto risarcirli nella sconfitta. I croati sono sempre stati soldati valorosi, ma le loro imprese si sono spesso confuse con i trionfi degli eserciti asburgici che fecero di tutto per sminuirli e metterli in ombra.

© Riproduzione riservata – Immagini de La Sere

Viaggio a Spalato: il mio saluto alla città e le risposte di Rebecca Westultima modifica: 2017-11-03T21:11:01+01:00da lesenedelase
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