Nel regno del Cervino di Edmondo De Amicis

Nel regno del Cervino di Edmondo De Amicis è una raccolta di brevi scritti autobiografici che raccontano l’atmosfera delle estati trascorse in Valtournenche ai piedi del monte Cervino.Cervino regno min

L’albergo domina come un convento solitario la conca verde quasi disabitata, tutta pascoli e boschi di pini, rigata da un tornente argenteo.

La piccola colonia del Giomein con la sua piazzetta sorge in un’ampia distesa circondata solo dalle montagne. L’albergo lassù é un mondo a sé oltre il quale ci sono solo il Cervino e il cielo. A poco più di duemila metri nei primi anni del Novecento ci si arriva con tre ore di salita a dorso di mulo. L’aria e il silenzio rinvigoriscono l’animo e per De Amicis é un gran sollievo sentirsi così lontani dalla città.

Come un palcoscenico l’albergo prende vita col movimento di chi arriva, soggiorna e se ne va. Il libro degli ospiti è pieno di scritti d’ogni lingua: nomi, ringraziamenti, scarabocchi e bizzarre lamentele. Nella sala da pranzo tra giubbotti sformati e visi cotti dal sole qualcuno sfoggia il vestito da sera, anche se il lusso in realtà non è ancor salito fin lassù.

È il Cervino che attrae in quel mondo semplice che altrimenti sarebbe solo dei pascoli, dei ghiacciai imminenti e di montagne dalle forme a volte magiche a volte spaventose. Appassionati di montagna di ogni genere e provenienza sono ansiosi di intraprendere la prima o l’ennesima ascesa alla vetta. Partono di giorno e di notte, in solitaria, in gruppo o con una guida che li porti fino in cima a qualsiasi costo. E tutto l’albergo é in pensiero quando tardano a tornare.

Tra chi soggiorna al Giomein non ci sono solo alpinisti arditi, come Alberto Körner o Teodoro Wundt o avventurieri silenziosi e solitari, l’albergo é meta anche di comitive chiassose e falsi alpinisti, che l’autore definisce vantatori d’audaci ascensioni non fatte.

Quel grande albergo e la vita che vi ferve paiono così poca cosa davanti a quella grandezza selvaggia della natura.

Lassù il Cervino è il centro di ogni cosa, fughe di sguardi lo cercano anche di notte o quando è completamente nascosto dalle nuvole. Così come domina il paesaggio la grande montagna si infila in tutti i discorsi e detta i ritmi della piccola colonia. Il Cervino è una presenza, è invito, sfida, disperazione e ossessione. Protagonista di pensieri e contemplazioni, con superbia e maestà, lassù il Cervino è il Gran Signore, il colosso splendente, il Titano, l’Imperatore, il Dio.

È una montagna che vuol essere rispettata, che vuole che non si pensi mai ad altro che a lei, quando s’è nel suo regno: una montagna orgogliosa e gelosa.

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Nel regno del Cervino di Edmondo De Amicisultima modifica: 2020-11-30T22:55:49+01:00da lesenedelase
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