Negli ultimi mesi ho potuto dedicare meno tempo del previsto a libri e recensioni, e mi sono resa conto che questo tipo di scrittura mi è mancata. Recensire un libro per me equivale a condividere un’esperienza e allo stesso tempo rinsalda il legame che con il libro si è creato durante la lettura.
Più leggo e più ho la conferma che ogni libro è un’esperienza, è un viaggio che accetto di fare affidandomi a dove mi porteranno le parole scritte da qualcun altro.
Quando torno da un viaggio subito mentalmente voglio ripercorrerlo con i ricordi, le foto o raccontandolo. Recensire un libro è più o meno la stessa cosa, terminata la lettura mi metto qui e scrivo immaginando di parlarne a chi potrebbe avere il desiderio o semplicemente la curiosità di accettare di partire a sua volta per quel viaggio fatto di pagine e parole. Ogni recensione per me è come entrare in una stanza insieme a qualcuno, accendere una lampadina e dire “pensa, ho letto in questo libro che …”.
Sono tra quelli che pensano che i libri ti trovano non sei tu a sceglierli. Ma è pur vero che forse a volte bisogna trovare un modo per andargli incontro, perché i libri oggi sono tanti, e quando si è in cerca di una nuova lettura la libreria, la biblioteca o i social sono fin troppo ricchi di sollecitazioni. Il mondo dei possibili viaggi attraverso la lettura è decisamente sproporzionato rispetto al tempo che si ha per leggere.
Una lettura incontrata per caso ha il fascino della magia del destino. Alcuni dei miei libri preferiti – come Al limite della notte di Micheal Cunningham, Un giorno questo dolore ti sarà utile di Peter Cameron, La moglie dell’uomo che viaggiava nel tempo di Audrey Niffenegger, I falsificatori di Antoine Bello, L’ombra del vento di Carlos Ruiz Zafón – li ho scoperti così, senza sapere nulla dell’autore o del successo del libro. Erano esposti in edicola, in libreria o tra le proposte di lettura della biblioteca mi hanno colpito per il titolo, la copertina, a volte anche solo per il formato. Li ho presi ed è stato amore!
Altre volte mi è capitato di sentir parlare di un libro alla radio, da un’amica o ad un incontro di presentazione. Di queste situazioni apprezzo il saper raccontare un libro e la possibilità di scoprire un libro attraverso qualcuno che lo racconta. Così ho iniziato a scrivere recensioni con l’intento non tanto di dare un giudizio ma di provare a mia volta a raccontare e di condividere con gli altri i libri che mi hanno tenuto compagnia, mi hanno fatto sorridere, quelli in cui ho ritrovato scritte parti di me stessa, i libri che mi hanno permesso di conoscere, crescere o che sono stati illuminanti.
L’unico giudizio sotteso alle mie recensioni è che se lo racconto un libro è perché per me ha un valore. Ma nelle mie recensioni c’è solo il libro. Non ci sono elogi, stroncature o collegamenti con la vita o altri libri dell’autore. Mi interessa raccontare il libro come esperienza a sé.
Vorrei rompere quel muro di soggezione e diffidenza verso la lettura. C’è chi pensa che leggere richieda un determinato bagaglio di conoscenze e sembra che possa leggere solo chi sa già molto di più di ciò che c’è nel libro. Io invece credo che prendere un libro per quel che racconta, anche tralasciando aspetti che stanno fuori dalle sue pagine possa avvicinare di più alla lettura e alla condivisione dei libri come appunto esperienza.
Credo che chi legge dovrebbe nel suo piccolo trasmettere l’entusiasmo di questo viaggio e far sì che leggere non sia considerata un’attività per pochi sapienti ma semplicemente un’esperienza che tutti possiamo scegliere di fare.
Buona lettura e buon viaggio a tutti!
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