Quel che conta è lo sguardo, la lezione di Henri Cartier-Bresson

Chiunque abbia fatto un corso di fotografia ha sentito parlare di Henri Cartier-Bresson. La curiosità di approfondire qualcosa in più su questo genio del click, mi è venuta in occasione della mostra allestita a Monzavilla reale Monza in bn

Grazie al testo di Clèment Chéroux, Henri Cartier-Bresson. Lo sguardo del secolo, ho scoperto una vera e propria lezione sullo sguardo, un insegnamento fondamentale anche per chi scrive.

Quel che muoveva il fotografo francese nell’incessante ricerca di scatti era una sorta di interesse antropologico o sociologico. Nel suo scrivere con la luce, Cartier-Bresson predilige il soggetto umano rispetto al paesaggio: “Mi interesso di più all’uomo, al suo posto nella società, che alle costruzioni materiali“. Nelle sue foto protagonista è la gente comune: bambini che giocano in cortile, uomini seduti al tavolo di un bar, una donna che passa per strada.

camera-vintageIl vero strumento del fotografo è in realtà lo sguardo. “La fotografia è per me riconoscimento nella realtà di un ritmo di superfici, linee e valori; l’occhio ritaglia il soggetto e l’apparecchio non deve far altro che imprimere sulla pellicola la decisione dell’occhio“. Questa è la lezione di Cartier-Bresson.

La fotografia è un’operazione immediata dei sensi e dello spirito, è il mondo tradotto in termini visivi, al contempo ricerca e interrogativo incessanti. sguardoE’, nello stesso attimo, il riconoscimento di un fatto in una frazione di secondo e l’organizzazione rigorosa delle forme, percepite attraverso l’occhio, che esprimono e significano quel fatto“.

© Riproduzione riservata – Immagini de La Sere e da Pixabay

Quel che conta è lo sguardo, la lezione di Henri Cartier-Bressonultima modifica: 2017-02-16T21:48:28+01:00da lesenedelase
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