Qualche giorno fa ho rivisto Denise, un’amica conosciuta in vacanza negli anni Novanta. Dopo tanti anni abbiamo passato un pomeriggio in giro per Brescia con lo stesso spirito di quando eravamo adolescenti. Un incontro che mi ha fatto pensare a quanto rivedere un’amica significa riscoprire il tesoro che ogni amicizia custodisce. 
Da un mese a questa parte sto cercando dedicare più tempo agli amici. Per me gli amici non si vedono solo nel momento del bisogno, però succede che ci si dice ci vediamo e poi non ci si vede mai. Ora ho deciso di mettermi d’impegno provando ad andare oltre il buon proposito del dobbiamo organizzare.
Aprire questo blog sei anni fa mi ha permesso, come volevo, di avere uno spazio per scrivere. Ma scrivere non é solo sedersi un po’ qui davanti al pc a digitare sulla tastiera pensieri che fluiscono da sé. Per scrivere devo costruire dei contenuti leggendo, viaggiando, scoprendo musica o elaborando qualche riflessione come questo post. Scrivere significa vivere costantemente con una tabella di marcia in testa.
Da quando scrivo sono più soddisfatta di come trascorro il tempo, la mia vita ha degli obiettivi più chiari e a volte prende forme inaspettate, come è successo con l’iscrizione all’università nel 2021. La scrittura ha reso più pieno il mio tempo, mi ha aiutata ad organizzarlo e ha cancellato dalla mia vita la noia.
Però il blog, la lettura, i viaggi e lo studio mi portano a trascorrere molto tempo da sola, un tempo che vivo, sì, sempre come un dono prezioso: è una grande ricchezza poter immergersi totalmente in un’esperienza, ascoltarsi, scriverne e trarne nuova creatività, conoscenza e capacità di concentrazione.
Ma, dopo il black out che si è creato nella mia testa circa un mese fa con il terzo insuccesso all’esame di Algebra e geometria lineare, ho capito che gli impegni si stanno mangiando anche il tempo da dedicare alle amicizie. Fallire mi ha ricordato che fare da sola è un mezzo non il fine.
È vero anche che negli ultimi anni rivedere gli amici, soprattutto quelli che non frequento da tempo, è stato un po’ faticoso. Mi mette in crisi sentire il peso del confronto, la maggior parte di loro ha il duplice ruolo di genitore e coniuge, mentre io sono ancora qui che studio playlist e penso a quanto mi fa sentire libera ogni cosa che riesco a fare da sola.
Eppure con Denise, qualche giorno fa é stato un sabato spontaneo e leggero. La nostra amicizia è nata quasi trent’anni fa d’estate sulla spiaggia del lago di Ledro dove ci siamo frequentate per qualche settimana. Se penso che di fatto negli ultimi vent’anni ci siamo sentite a malapena per gli auguri di Natale, questo incontro è stato anche una bella scoperta.
Negli anni Novanta avevamo quindici o sedici anni, oggi ne abbiamo più di quaranta. Lei ora è moglie e mamma e io nella mia testa sono rimasta una teenager. Sabato abbiamo vagato per il centro di Brescia, la sua città e per me luogo che ha fatto da sfondo ai primi tre anni di università. Camminando tra piazza della Vittoria, piazza della Loggia, il Duomo vecchio e il Parco Archeologico della Brixia romana ci siamo raccontate di viaggi, lavoro, genitori e sorelle. E parlando, lei dei figli e io della mia singlitudine persistente, non ho sentito il peso del confronto.
Forse sto imparando a vedere ogni incontro con un’amica come un’occasione per specchiarsi in un’immagine diversa da quel che ognuna di noi è. Camminare insieme e sedersi una di fronte all’altra mi fa pensare al tentativo di prendersi per mano e provare a guardare la vita con fiducia e gratitudine.
Il tesoro che ritrovi in un’amicizia forse è questo: è riuscire a raccontarsi senza timore del giudizio, è il desiderio di vedersi per stare insieme fine a se stesso ed è riscoprire un legame che collega strade diverse ma non teme gli anni che passano.
Grazie Denise, perché mi hai aiutato a fermare questi pensieri, voglio che siano un piccolo tributo alla nostra amicizia e a tutte le persone a cui mi sento collegata con la libertà e la forza di un legame di amicizia.
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