Viaggio a Nizza: dal Museo di Chagall alla Vieux Nice

L’incipit di oggi a Nizza è prettamente artistico, uscita dall’hotel giro le spalle alla direzione mare e vado verso nord, poco oltre la stazione prendo le scale del quartiere Cimiez e seguo le insegne per il Museo del Messaggio Biblico di Marc ChagallNizza finestra liberty

In tutto sono poco meno di due chilometri a piedi, modo per scoprire un altro pezzo di città e vaga illusione di smaltire qualche gioia culinaria con cui Nizza mi ha sedotta in questi giorni.

I quadri su di me di solito hanno poca presa, eppure le opere di Chagall stamattina mi hanno tenuta imbambolata per quasi due ore. Tele immense cariche di verde, rosso, blu e giallo, a prima vista sembrano visioni idilliache di un sogno infantile. In realtà figure alate, arcobaleni e cavalli raccontano episodi anche difficili dell’Antico Testamento come il passaggio del Mar Rosso, il sacrificio di Isacco e il peccato Originale. In tutti però, anche quelli non legati al Sacro, se ci sono scene di sofferenza o violenza vengono compensate e avvolte da ampi movimenti di speranza, fede e amore. Temi che sembrano imprescindibili per Chagall, al punto che con colori decisi e figure sensuali e magiche attribuisce loro una forza di incontrastabile trionfo.

Marc Chagall - violinista

Fuori dal Museo mi aspetta la lunga scenografia liberty di Boulevard de Cimiez e Boulevard Carabacel. Io, che mi sento fuori posto negli ambienti chic e in genere sono più affine a ciò che è naturale e minimal, chissà perché impazzisco per un’architettura così imponente e pomposa! Credo sia l’euforia del periodo storico che rappresenta, la spinta ottimistica e di piacere della Belle Époque, ma anche la solida eleganza di uno stile che riesce a far diventare fiore e rendere luminosi anche materiali freddi come pietra, vetro e ferro.

Raggiunta Place Garibaldi provo a concentrarmi un po’ sulla Vecchia Nizza, finora l’ho attraversata sempre di fretta. Ma più infilo le sue viuzze e più vorrei allontanarmi, sento che questa parte di città – che dovrebbe custodire l’anima di Nizza – in realtà è una vecchia che ha svenduto l’identità per vestire i panni di una qualsiasi località turistica. Riempita di negozietti e ristorantini fa di tutto per intrattenere il pubblico, forse teme che nessuno venga più a trovarla e pian piano ci si dimentichi di lei.

L’ultima ora di sole è dedicata al mare, torno sulla Promenade, passeggio un po’ in spiaggia e mi fermo su una delle poche cheise bleue libere. Insieme a una lunga riga di spettatori aspetto che la fetta arancio del sole venga interamente inghiottita dall’acqua e lascio che sia il freddo a dirmi quando è ora di alzarmi e voltare le spalle al mare per tornare in città.

Nizza lungomare

Saluto Nizza davanti al presepio della Basilique di Notre Dame, chiedo a Gesù bambino di aiutarmi a cominciare l’anno con lo sguardo di meraviglia ed entusiamo di un bambino, domani si parte e fra due giorni inizia l’anno vero, quello della vita di tutti i giorni.

Stranamente non sono angosciata dal rientro, Nizza mi ha coccolata abbondantemente con il suo clima primaverile e la vivacità di strade perennemente animate dal via vai di tutti i suoi amanti.

Questa città merita un brindisi, è il mio grazie per tutta la bellezza che mi ha tenuto compagnia in questi giorni. E anche stasera ho la fortuna di farle onore con la bisteccona alla brace appena servita dal ristorante L’Antica.

Nizza, 5 gennaio 2019

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Viaggio a Nizza: dal Museo di Chagall alla Vieux Niceultima modifica: 2019-01-29T23:29:48+01:00da lesenedelase
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