Le sere nere della Sere

Lo spregio di Alessandro Zaccuri

Lo spregio di Alessandro Zaccuri è la storia del figlio del Moro e dei traffici illeciti che si nascondono dietro la tranquilla gestione familiare della Trattoria dell’Angelo. Il posto ideale per fermarsi a bere qualcosa o a mangiare un boccone, di ritorno da una gita sul lago di Como o da una trasferta di lavoro prima di attraversare il confine con la Svizzera.

Il Moro è uno che parla poco, troppo poco, in particolare con il figlio. E il lato oscuro del padre, Angelo, si trova a scoprirlo da solo. Ad aprirgli gli occhi sono i verdetti sprezzanti dei compagni di scuola, le cui conferme sono presto evidenti. Basta imparare a leggere le movenze di alcuni clienti, la loro eccessiva riverenza nei confronti del titolare di quella piccola trattoria di passaggio. E anche intorno al capanno sul retro, se ci si apposta di notte, si può assistere a strani andirivieni.

Una storia che si racconta da sola, come se fosse naturale che un figlio, pur senza conoscere le aspettative del padre e tanto meno fin dove si avventurano gli affari di famiglia, viva nella silenziosa impazienza di giocare d’anticipo su quel passaggio di testimone.

“Padre e figlio restarono uno di fronte all’altro. Conoscendo il Moro, ci si poteva immaginare una sfuriata. Non andò così si fissarono fino a stancarsi. Grigio nel grigio, un solo specchio che per incanto riflette se stesso”.

Già nei primi anni dell’adolescenza, sotto l’occhio consapevole e da sempre impotente della madre Giustina, Angelo inizia a costruirsi il suo giro, ad attingere dalla cassa della trattoria e a godersi quei soldi guadagnati con il potere dei traffici loschi. Ma, a differenza del padre, lui non si accontenta di far gravitare il tutto nei pochi metri quadri intorno all’attività di famiglia. Le donne non mancano e la vita notturna nei locali sul lago sono un pretesto per divertirsi creando nuove occasioni che possono fruttare.

E quando in zona si stabilisce la famiglia di Don Ciccio, malavitoso spedito in soggiorno obbligato dal Sud Italia, Angelo si trova a fare i conti con Salvo, l’affascinante e modaiolo ultimogenito del boss. A quel punto la mossa più astuta non può che essere stringere con lui un’alleanza fraterna. 

Ma come si sa, certi legami nel loro essere viscerali, oltre ad alimentare adrenalina e goliardia, riaccendono scintille di insicurezza e timore di essere inferiori. Da lì allo spregio il passo è breve. E sembra impossibile immaginare la furia che un piccolo fuoco interiore può generare.

Io ti offro un pane e tu non te lo prendi, perché pensi che non è buono. Questo è mancare di rispetto. Ma se tu il pane lo prendi, e poi appena io mi volto ci sputi sopra, e lo butti per terra, lo calpesti, lo dai ai porci e alle galline, lo lanci ai cani…Questo è lo spregio. E per lo spregio non c’è perdono”.

Lo spregio è tra i cinque finalisti dell’edizione 2017 del Premio Nazionale di Narrativa Bergamo.

© Riproduzione riservata – Immagini da Pixabay

Lo spregio di Alessandro Zaccuriultima modifica: 2017-03-20T20:16:29+01:00da
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