Quest’anno la mia partenza per la Cornovaglia coincide con l’inizio del mese di giugno. Il primo giorno di viaggio è dedicato prevalentemente a raggiungere prima Londra e poi Plymouth, dove pernotterò per due notti. Plymouth è una cittadina con un’antica tradizione marittima e un importante scalo ferroviario del Devon. E’ a tre ore di treno da Londra e ha una posizione strategica per iniziare a visitare la Cornovaglia da sud est (Fowey, Looe, Polperro, le rive del fiume Tamar, ecc.).
Nonostante abbia scelto di partire dalla mia città (Bergamo) in una fascia oraria che scongiuri levatacce nel cuore della notte, la giornata inizia con il piede storto. Sono sul volo Bergamo/Londra Stansted delle 10.50 e non ho il voucher per il collegamento in treno dall’aeroporto a Liverpool Street, acquistato a metà maggio tramite Ryanair, ma mai ricevuto.
Viste le difficoltà a mettermi in contatto con la compagnia aerea per risolvere il problema, prendo nota per le prossime volte: comprare il biglietto per lo Stansted Express senza intermediari, se lo faccio per tempo posso risparmiare anche 8/10 sterline.
Atterrata a London Stansted, il problema del transfer è presto risolto con l’acquisto di un nuovo biglietto e le scuse, con impegno di rimborso, ricevute via mail da Ryanair appena scesa dall’aereo. La giornata tuttavia continua ad essere spunto per altri piccoli inconvenienti che mettono alla prova la tabella di marcia. Il controllo della carta d’identità in aeroporto si protrae per più di un’ora. C’è parecchia gente, tra cui molti connazionali che approfittano del ponte del 2 giugno e diversi tifosi diretti a Cardiff per una partita di calcio – argomento su cui sono sempre piacevolmente disinformata – che si terrà nei prossimi giorni.
Il maggior sollievo è mollare il trolley nel porta bagagli ad inizio carrozza. Sul treno sento finalmente di potermi rilassare e iniziare il diario di viaggio. Tre ore da Londra a Plymouth volano tra scrittura, l’incanto del paesaggio verde con nuvole a riccioli bianchi e un po’ di lettura.
Cruciale é per me la scelta del libro che mi accompagna in viaggio. Viaggio e libro generano ricordi ed emozioni che restano strettamente legati l’uno all’altro. I prescelti sono Io viaggio sola – il libro che mi è stato regalato da una cara amica in occasione di questo mio primo viaggio in solitudine – e Daphne, la biografia di Daphne Du Maurier recentemente pubblicata da Neri Pozza. In più ho dovuto far spazio in valigia anche per Cornwall, la pluripremiata guida Bradt sul viaggiare slow in Cornovaglia, rigorosamente in inglese.
Sul treno i posti sono quasi tutti occupati, ma sono nella zona quiet e – a parte la gran fame che mi viene sentendo che il resto dei passeggeri non fa che sgranocchiare e spiluccare – l’atmosfera è effettivamente molto tranquilla. Che bello tutti in viaggio per la Cornovaglia!
La situazione meteo è di tempo variabile senza nuvole minacciose con una temperatura esterna penso intorno ai 20 gradi. Perfetta direi, considerato che l’Italia in questi giorni è preda di un caldo soffocante con temperature intorno ai 30 gradi, nonostante al solstizio d’estate manchi ancora quasi un mese.
Arrivata a Plymouth cerco di capire quale autobus possa avvicinarmi alla guest house dove dormirò. Orientarsi non è di immediata facilità, considerata la guida a sinistra e qualche mia difficoltà a far coincidere la mappa con l’effettiva geografia del luogo. Non resta che iniziare a far sfoggio del mio brillante inglese e affidarsi alla provvidenza. A guidarmi verso la destinazione di oggi è un signore che incontro sull’autobus, vive a Plymouth ed è venuto più di una volta in Italia a fare la settimana bianca.
Alle ore 20.00, come previsto, sono davanti alla Four Season Guest House. Qui mi aspetta l’ultimo inconveniente della giornata: nessuno risponde al campanello e la segreteria telefonica invita a scrivere una mail. Per fortuna di nuovo la provvidenza mi viene in aiuto attivando uno dei vicini, che mi fa notare la presenza di un secondo campanello. Ad aprirmi la porta ed accogliermi, nelle veci dei proprietari, è David, un altro ospite.
Dopo un veloce giro di ricognizione nei dintorni scelgo questo pub perché non ha l’aspetto dell’accalappia-turista. La mia ispirazione sono state due donne, più o meno della mia età, sedute ai tavolini esterni in compagnia di un bicchiere e impegnate in una piacevole chiacchierata serale. A pochi minuti dalla chiusura della cucina, prevista per le 21, riesco ad ordinare e godermi finalmente una fantastica bistecca circondata da abbondanti patate e verdure e una birra.
Qui mi riprometto di ammorbidire la mimica del mio pessimo inglese, che non mi predispone ad aspetti della conversazione che vanno al di là della ricerca di informazioni per la sopravvivenza. Agli occhi degli altri devo risultare piuttosto chiusa e diffidente; le persone incontrate sinora sono state sempre molto attente a quel che ho chiesto e anche contente di buttar lì una parola o un commento in più. Io invece sono terrorizzata dal non capire o non saper rispondere e finisce che taglio corto il prima possibile.
Spengo la luce alle 23.30 pensando che oggi ho vissuto un’ora in più grazie al fuso orario, in italia sono già le 00.30. Domani si comincia da Fowey, il luogo che ha ispirato la scrittura di Daphne Du Maurier e l’ha fatta innamorare della Cornovaglia.
Plymouth, 1 giugno 2017
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