Le cose che ci salvano di Lorenza Gentile è un romanzo in cui una ragazza tuttofare sogna la riapertura di un vecchio negozio e prova a realizzarlo rimettendo in gioco se stessa e le piccole relazioni che coltiva ogni giorno.
Ogni sera prima di dormire ripensavo al negozio e ai suoi oggetti, alla sensazione di leggerezza e possibilità che mi aveva dato stare lì dentro anche solo per poche ore.
Gea fino all’età di ventidue anni ha vissuto chiusa nel mondo costruito dal padre. Cresciuta in un casolare di campagna chiamato la Rocca, ha trascorso il suo tempo solo con i genitori e il fratello Andrea. La loro scuola sono state lezioni impartite dalla madre, mentre il padre li ha addestrati – con esercitazioni, interrogazioni e piani di gestione delle provviste – ad essere sempre pronti ad affrontare qualsiasi cosa e a stare lontani dalla Terribile Illusione del consumismo.
Quando la madre ha necessità di cure di un ospedale, Gea si rende conto che la visione del padre non può provvedere ad ogni cosa. Decide così di scappare e raggiungere la nonna a Milano e da cinque anni si mantiene aggiustando oggetti, montando mobili e facendo piccole manutenzioni nelle case dei vicini. Ha trasformato la casa della nonna in officina, magazzino e laboratorio dove tiene attrezzi, materiali di recupero, cose da riparare e oggetti che prima o poi possono servire a qualcuno.
Il mondo è popolato di doni per chi ha l’occhio allenato. Io conservo e riparo in attesa del giusto destinatario.
A Milano Gea si prende cura degli altri con piccoli gesti di economia circolare e non smette di sperare nella riapertura del Nuovo Mondo, il negozio in cui è stata con la nonna quindici anni prima. Lì, osservando la signora Dorothy e gli oggetti messi in vendita, ha riconosciuto ciò da cui vorrebbe essere circondata: persone gentili che fanno qualcosa di bello e appagante, senza sentirsi per questo colpevoli. Il Nuovo Mondo però è chiuso da diversi anni e riprende vita soltanto quando la serranda si alza per mettere l’immobile all’asta.
La notizia attiva in Gea il desiderio di capire meglio cosa è successo al negozio e a Dorothy. Per cercare informazioni chiede alle persone che conosce e per la prima volta lei, che di solito è più propensa all’ascolto e a prendersi cura degli altri e del condominio, dice qualcosa di sé e cerca aiuto.
Rendere gli altri partecipi del suo sogno restituisce a Gea inaspettati stima e sostegno. In più, unendo la fiducia nel trovare soluzioni e la capacità di collegare l’apporto di più persone la ragazza si scopre più intraprendente di quanto credeva. E già queste cose sono per lei, e per chi decide di sognare con lei, un nuovo mondo.
Non puoi tornare indietro e cambiare l’inizio, ma forse puoi iniziare da dove sei e cambiare il finale.
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