Il dono di saper vivere di Tommaso Pincio

Il dono di saper vivere di Tommaso Pincio è un romanzo in cui il racconto di sé si intreccia con la vita e l’arte del Caravaggio. Il narratore, a volte scrittore a volte personaggio di finzione, è ossessionato dall’artista maledetto e trova segni che lo legano al pittore in quadri, libri e luoghi della vita di tutti i giorni.La Riva di Zadar scultura

Contavo di sedurre i malcapitati raccontando del Caravaggio, sfruttando la vicinanza della galleria ai luoghi in cui quell’artista così amato aveva dipinto e vissuto.

Un uomo è in carcere per un omicidio che non ha commesso, passa il suo tempo a rimuginare giorno e notte sul suo passato parlando di sé in terza persona agli odiati muri della sua cella. Si rivede nel giovane annoiato che sperpera i suoi anni migliori nell’ufficio di una galleria d’arte in centro a Roma, frequentata di rado da qualche cliente. E un giorno, forse per darsi un tono, mentendo annuncia che sta scrivendo un libro sul Caravaggio.

Uno scrittore, chiuso nel suo appartamento, non trova l’illuminazione e si lascia distrarre con facilità da quel che accade fuori dalla finestra o dai libri che ha intorno a sé. Il romanzo che sta scrivendo ha come protagonista un personaggio molto simile a lui: ha l’ossessione per il Caravaggio ed è un giovane annoiato che sperpera i suoi anni migliori nell’ufficio di una galleria d’arte in centro a Roma. Quel giovane, privo dei talenti del mercante d’arte, preferisce intrattenere i pochi clienti raccontando del Caravaggio. Quel giovane è il falso specchio dello scrittore.

Seduto sul divano o alla scrivania del mio piccolo ufficio, tenevo monologhi interiori sul Gran Balordo non molto diversi da quelli che il mio falso specchio tiene agli odiati muri della sua cella.

Il carcerato e lo scrittore, trovandosi entrambi in un limbo di stagnazione, guardano con un senso di fallimento al tempo trascorso, tra malinconia e noia, in luoghi non molto distanti da quelli del Caravaggio. Via Pallacorda è sede della galleria e luogo in cui il pittore maledetto si è macchiato di un delitto. Sui biglietti da centomila lire che ingolosiscono il carcerato c’è l’effigie del Caravaggio. La consapevolezza del tempo che passa e la provocazione di questi segni fanno sì che il tentativo di comporre una biografia del Caravaggio non venga mai abbandonato, anzi di fatto dalle varie direzioni (fili) che l’abbozzo insegue ne emerge un accurato approfondimento.

L’oblio di un’esistenza condotta da Gran Balordo tra debiti e risse, convive con la figura di un infaticabile artista che ha saputo creare con talento e determinazione, forte di un credo artistico troppo innovativo per i tempi in cui ha vissuto. È così che la vita e l’arte lo hanno reso incompreso dai contemporanei e destinato a rimanere nel buio fino alla metà del Novecento.

Si dice che, tra i molti doni che aveva, gli mancava quello di saper vivere.

Il dono di saper vivere è tra i cinque libri finalisti dell’edizione 2020 del Premio Nazionale di Narrativa Bergamo.

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Il dono di saper vivere di Tommaso Pincioultima modifica: 2020-02-22T22:44:08+01:00da lesenedelase
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