Viaggio in Cornovaglia: scoprendo Cawsand

Il terzo giorno di viaggio è l’ultimo a cavallo tra Devon e Cornovaglia. Il programma prevede il check out alla guest house, mezza giornata di visita a Plymouth e lo spostamento in treno verso St Ives. In realtà una piccola variazione alla tabella di marcia mi porterà a sbarcare a Cawsand, che si rivelerà una delle più belle tappe di questo viaggio.Cawsand

Il risveglio è un po’ sottotono. Mi dispiace lasciare il Four Seasons, ormai mi ero abituata anche ad attraversare la casa da nord a sud per fare la spola tra camera e bagno. Da stasera tocca ambientarsi in un altro luogo e a spazi ridotti, mi aspetta infatti il regime di condivisione dell’ostello. E condividere gli spazi per me non è sempre facile, dipende molto da con chi e come si condivide.

Lasciare la guest house significa anche riorganizzare trolley e zaino e cercare di stipare di nuovo tutto ciò che mi porto dietro, comprese le new entry di libri e regali comprati ieri in un raptus di shopping-entusiasmo a Fowey.

Inizio la giornata perdendomi un po’ tra Twitter e Whatsapp. L’essere svogliata fa sì che mi perda un po’ nei social che risucchiano tempo e attenzione che sicuramente sarebbe opportuno impiegare meglio, considerato che sono in viaggio da sola in un posto nuovo. A riportarmi alla realtà è la colazione.

Oggi la sala da pranzo è un po’ più movimentata. Kate è presa da un gruppo di ospiti in partenza che hanno trascorso qui un periodo di ben due mesi. Anche David, il ragazzo che mi ha accolto la prima sera, soggiorna qui per un periodo così lungo. Sono gruppi di persone che vengono a Plymouth, e forse anche in altre località dell’Inghilterra, per studiare l’inglese. David li definisce studenti-lavoratori, ed effettivamente sono persone adulte, quindi suppongo si tratti di progetti aziendali. Beh non mi dispiacerebbe se la mia azienda facesse altrettanto. In fondo di imparare l’inglese ne ho parecchio bisogno e stare due mesi qui non sarebbe niente male.

Per colazione oggi – nonostante non sembri in vena di slanci – opto per bacon & eggs sperando non sia una botta per lo stomaco e di tenere a bada la fame per un po’. E’ la mia prima colazione salata in stile british. Pur essendo la mia gola affamata più di salato che di dolce, di prima mattina non sono molto salato-friendly, la colazione è sempre per me rigorosamente dolce. Curiosità ed amore per la pancetta mi hanno convinta che l’occasione di provare ad iniziare la giornata con il salato – qui nella patria della pancetta – è un’esperienza a cui non posso sottrarmi. Ed effettivamente non avrò di che pentirmi. bacon & eggs

Dopo il check out e un saluto veloce a Kate, lascio in deposito il grosso del bagaglio alla guest house e mi avvio verso il porto turistico in zona Barbican.

Plymouth ha la fama di essere una brutta città ed effettivamente il centro (city centre) è di una bruttezza desolante. Gran parte del centro – che si attraversa percorrendo la strada dalla stazione al porto – è stato oggetto di un pesante attacco durante la seconda guerra mondiale dal quale questa parte della città ne è uscita praticamente rasa al suolo. La ricostruzione è fatta per lo più di insignificanti parallelepipedi grigi, costruzioni che stonano con i palazzi antichi sopravvissuti all’attacco e le villette in stile inglese che circondando il porto e animano le zone residenziali più periferiche.

Plymouth recupera però fascino da vendere con la collina The Hoe, il Barbican e la particolare forma che assume la terra bagnata dall’oceano e dal fiume Tamar – se la si guarda dall’alto a me ricorda una foglia di acero.

La mattinata se ne va tra il percorso pedonale sulla banchina del porto e la visita all’acquario. Il mio scarso tempismo di oggi mi fa perdere entrambe le partenze mattutine per l’escursione a Cawsand, consigliata dalla Lonely Planet, e aggiunta all’ultimo al mio programma di oggi. Acquario Plymouth

Decisa finalmente a salpare per le 14.30, pranzo al The Hidden Olive, purtroppo ahimè con poca soddisfazione. E’ un posto molto carino e tranquillo, con vista sul porto. Il problema sta sempre nel mio scarso inglese che riduce la capacità di comprendere in tempi brevi ciò che è scritto sul menu’ di ristoranti e bar. La lettura sommaria mi porta oggi ad una scelta che si rivela un po’ infelice. E’ un piatto che si chiama “pizzettas qualcosa” con peperoni e funghi, che mi fa pensare a delle pizzette alle verdure. In realtà mi vengono servite delle cappelle di fungo un po’ troppo abbrustolite rovesciate e arricchite da abbondante salsa piccante e pezzi di peperoni arrosto.

Cawsand finestraUna volta a bordo del Cawsand Ferry mi rendo conto che non si tratta di un’escursione ma di un semplice trasferimento a Cawsand, che nella mia testa è un’isola, ma nella realtà è un piccolo paese della Cornovaglia che si raggiunge da Plymouth in 30 minuti. Questo mi obbliga a rivedere l’orario di partenza per St Ives e a fermarmi sul luogo per un’ora e mezza. “It’s a nice place” mi dice lo skipper, cercando di farmi capire che val la pena farsi un giro. E un po’ – ammetto – anche per paura di deluderlo, vedendomi arrivare e tornare senza metter piede a terra, decido di posticipare tutto di circa due ore. Il cielo è un po’ grigio e la temperatura non è molto gradevole, ma del resto questa giornata si sa è già iniziata un po’ storta e forse, affidandosi alla promessa del nice place, non può che migliorare.

Quel che scopro è un piccolo paradiso, dove il cielo è azzurro e la temperatura decisamente più gradevole. La vista del villaggio di cottage racchiuso tra le colline mi fa tornare l’entusiasmo della scoperta e della bellezza. Lo sbarco è direttamente su una spiaggia dove c’è un gran trafficare di imbarcazioni di legno che tengono impegnati una cinquantina di adolescenti in una competizione. Cawsand 2

Cawsand rimarrà nella mia testa come un’isola del tesoro. Isola perché ci sono arrivata in barca e tesoro è la pace che si respira in questo posto che è un susseguirsi di piccole spiagge su cui si affaccia un gruppo di cottage abbracciati dal bosco e dal verde splendente delle colline. Un’isola del tesoro dove il tempo ti chiede di essere fermato stando su una panchina o alla finestra – come fa chi qui ci vive – per lasciarti semplicemente incantare dall’oceano.

WP_20170603_15_43_01_Pro[1]-minDopo un breve giro sulla collina per guardare questo incanto dall’alto e due passi alla scoperta del paese e dei piccoli addobbi alle finestre, mi siedo su una panchina con un cono e due palline di cornish cream (il gelato alla vaniglia tipico della Cornovaglia).

Nel tardo pomeriggio, recupero il trolley e lo trascino fino alla stazione Plymouth attraversando per l’ultima volta Armada way, in questi giorni ravvivata dalle bancarelle enogastronomiche della Flavour fest. Mi aspettano poco più di due ore di viaggio con un cambio treno alla deserta stazione di St Earth, dove resterò in attesa per circa mezz’ora del treno che di lì a poco mi porterà finalmente a St Ives, destinazione finale di oggi.

Il viaggio non sarà un momento di gran relax: la giornata è stata più impegnativa del previsto, la penna con cui sto aggiornando il diario mi abbandona sul più bello, mi aspetta il check in in ostello e anche stasera mi ridurrò all’ultimo minuto per trovare un pub che sia ancora disposto a prepararmi qualcosa per cena.

Di nuovo però la bellezza mi dà la forza di fare anche più di quel che prevedevo. La vista della baia di St Ives, già dalla stazione, mi fa sentire nel posto giusto. Finalmente posso dire di aver tenuto fede alla promessa fatta a me stessa e a questo posto lo scorso anno: tornare qui e visitare St Ives.

La mia cena al Pub del The Queens Hotel è di nuovo una fantastica bistecca con verdure ordinata cinque minuti prima della chiusura della cucina. L’accoglienza dello staff dell’ostello e di questo pub contribuiscono ulteriormente al mio entusiasmo. St ives tramonto onde

La serata si chiude con una corsa per vedere il tramonto alla baia che mi è stata consigliata dalla reception del Cohort Hostel. Di nuovo senza chiederla, l’informazione che va per la maggiore è dove fermarsi a guardare il mare.

Il suono delle onde mi fa pensare al libro Le Onde di Virginia Woolf, scrittrice che ha soggiornato per diversi anni proprio qui a St Ives, trovando ispirazione per alcune delle sue opere in cui l’oceano è una presenza significativa.

Nella lista delle cose non fatte stasera metto la visita al faro Smeaton’s Tower di Plymouth.

St Ives, 3 giugno 2017 

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Viaggio in Cornovaglia: scoprendo Cawsandultima modifica: 2017-07-03T22:42:36+02:00da lesenedelase
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