Aggiornamenti dalla terra di mezzo della Fase2

Cara Serena, ci sono aggiornamenti e torno a scrivere a te, a quella che eri prima dell’epoca del #iorestoacasa. La nostra guerra con il Coronavirus non è ancora finita, siamo nella terra di mezzo della fase2: lui sta perdendo un po’ di forza e a noi abbiamo qualche opzione in più per uscire di casa.  noi amiamo bergamo - bandiera

Siamo tra due realtà: il rischio contagio fuori e l’essere al sicuro dentro casa; tra due tempi: i ritmi molli del perenne #iorestoacasa e la spigolosa corsa in quel flipper che era – e prima o poi dovrebbe tornare ad essere – la vita normale di tutti i giorni. Siamo tra un prima e un dopo, tra un completamente dentro e un completamente fuori, siamo in una terra di mezzo.

La nostra libertà ha cominciato a comprimersi fino alla claustrofobia da fine febbraio. L’allarme è scattato con il paziente 1, la prima persona in Italia a cui è stato diagnosticato il Coronavirus. Da mattina a sera alcuni comuni in provincia di Lodi sono stati dichiarati “zona rossa” e isolati da qualsiasi contatto. Pochi giorni dopo in tutta Lombardia sono stati chiusi i centri commerciali e annullate le manifestazioni pubbliche, era quasi Carnevale. La settimana dopo scuole chiuse, bar aperti non oltre le 18, distanziamento sociale e metropolitana che sa di disinfettante. Poi è scattato il lockdown di tutto in tutta Italia: uffici, fabbriche, negozi, musei.

Erano rimasti aperti solo i negozi di generi alimentari, le farmacie e poco altro. Chi ha potuto ha continuato e continua a lavorare da casa in smart working, la scuola riaprirà a settembre e intanto fa lezione con aule virtuali su internet. Insomma nel giro di venti giorni sono state azzerate quasi tutte le opzioni per uscire da casa, inclusi due passi all’aria aperta, fino al 3 maggio concessi entro i duecento metri intorno a casa. Dal 9 marzo c’è un’autocertificazione da consegnare alle forze dell’ordine, se esco e mi fermano devo dichiarare perché sono fuori casa e dove sto andando, e possono darmi una multa se non rispetto le regole. Ma ora il tutto chiuso e tutti a casa è un po’ cambiato, il virus sembra meno feroce e le attività economiche chiedono di ripartire. La terra di mezzo serve soprattutto a questo, ad arginare il contraccolpo economico e sociale.

Per Bergamo la bella notizia è che gli ospedali non lavorano più sotto la pressione dell’emergenza, da strutture quasi interamente dedicate alla cura dei malati di Covid19, pian piano tornano ad essere quelli di prima. Restano gli alberghi convertiti a lungodegenze e l’ospedale da campo allestito in Fiera, ma ora si parla più di dimissioni che di ricoveri. Le sirene delle ambulanze sono un po’ meno frequenti e lo striscione che c’era fuori dall’ospedale con scritto grazie, siete i nostri eroi, ora non c’è più. Tutto indica una tensione che si sta allentando. Ma la guerra non è finita, i malati ci sono ancora e anche i morti, nelle ultime settimane a Bergamo sono circa dieci al giorno. In tutta Italia sono già morte quasi trentamila persone. Ora almeno possono avere un funerale, anche questa è una novità della fase2.

Ora si pensa alle attività economiche: le industrie hanno riaperto, i negozi soltanto alcuni. Le parole della fase2 sono: studiare una riapertura graduale e in sicurezza, ma necessaria. Muoversi in questa terra di mezzo è una questione molto delicata. Al tg si parla di richieste e impegni per stanziamenti economici e di idee, tentativi, ipotesi per ripartire senza rischi di contagio. Ed è già troppo alta la pila di polemiche, scontri politici, inchieste, caccia a capri espiatori. Ma come sai sono questioni da cui voglio starmene ben lontana. Io preferisco le storie delle persone: chi è guarito, chi ha soccorso, chi ha curato. Ascoltandoli mi viene da piangere, ma è questo che conta per me, sapere come è stata e come sta la mia città, come prova ogni giorno a ripartire e a non mollare, #molamia.

Bergamo skyline città alta

Il prezzo da pagare per riconquistare pian piano la libertà è uscire sempre con la mascherina, in alcuni casi anche con i guanti, e rispettare la distanza di un metro. Fuori si apre un mondo di distanziamento sociale, barriere di plexiglass, rilevazione della temperatura, ingressi contingentati, divieto di assembramento, percorsi obbligati, igienizzazione delle mani, sanificazione degli ambienti. Ben venga allora la fase2, la terra di mezzo, perché questo nuovo mondo che va costruendosi ogni giorno io preferisco scoprirlo pian piano.

La mia fase2 è poter andare a trovare la mia famiglia e camminare di nuovo all’aria aperta. Continuo a lavorare da casa, scrivo, leggo, cucino e prego ma la mia palestra non è più il buio tunnel dei garage. Uscire di casa e vedere finalmente gente sorridente e rilassata, un po’ di traffico e qualche serranda che non è più abbassata, è stato come spegnere d’improvviso l’interruttore del tutto grigio e accendere finalmente quello dei colori della primavera. La mia palestra ora, come già era per te nella bella stagione, sono lunghe passeggiate all’aria aperta. Ma seguo nuovi percorsi, non mi allontano molto da casa, preferisco infilarmi nelle viuzze qui intorno, ci sono spazi verdi qui a pochi passi, persino un piccolo parco, di cui tu non ti sei mai accorta. Restare a casa per tanto tempo forse mi ha insegnato che posso sentirmi libera anche senza andare lontano e che si può ricominciare anche senza correre.

Da qualche giorno sul mio terrazzo ho appeso anch’io la bandiera con un grande cuore rosso e la scritta noi amiamo Bergamo, insieme all’arcobaleno con la scritta andrà tutto bene è un simbolo che mi ricorda quanto la casa è stata e ancora è l’arma più forte che mi unisce alla mia città in questa battaglia.

Forza Bergamo, io resto a casa e tu non mollare, molamia!

 © Riproduzione riservata – Immagini de La Sere

Aggiornamenti dalla terra di mezzo della Fase2ultima modifica: 2020-05-08T23:21:53+02:00da lesenedelase
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