Al limite della notte di Micheal Cunningham è un romanzo che racconta la crisi di mezza età di un gallerista di New York in un crescendo di pensieri che oscillano tra l’insoddisfazione e l’ossessione per la bellezza.
L’arte che realizziamo vive in un equilibrio instabile con l’arte che possiamo immaginare.
Peter Harris ha quarantaquattro anni e può ritenersi un uomo riuscito: vive in un loft insieme alla moglie Rebecca, sempre pronta a rassicurare i suoi pensieri, e come mercante d’arte sa tenere il giusto equilibrio tra le stranezze degli artisti moderni e i capricci dei collezionisti.
Eppure nei suoi pensieri è irrequieto, sente di non aver fatto abbastanza: la figlia Bea pur di rendersi indipendente ha abbandonato gli studi e lavora come cameriera in un bar, la galleria espone opere di autori dal talento artistico di cui Peter stesso a volte dubita e ultimamente Rebecca sembra stanca di dissolvere tutte le sue ansie.
Peter è abituato ad essere a un passo dall’apice: non è mai stato affascinante come il fratello, abita a Manhattan ma non ad uptown e se ha per le mani un artista di successo gli è difficile prevedere per quanto rimarrà sulla cresta dell’onda. A destabilizzarlo ulteriormente è l’arrivo di Ethan, il fratello di Rebecca, soprannominato Erry che sta per Errore. Fratello minore delle tre sorelle Taylor, Ethan ha trascorsi di tossicodipendenza non completamente risolti e ora chiede ospitalità con la vaga intenzione di fare qualcosa nel mondo dell’arte.
Oggetto delle più alte speranze dei Taylor e delle loro paure più oscure. Il figlio che potrebbe ancora fare cose notevoli e tuttavia potrebbe anche perdersi.
Mentre Erry girovaga per casa e si annoia, Peter lo osserva, lo interroga e lo spia, in lui vede un principe inquieto cui basta il fascino per muoversi nel mondo sicuro di sé senza curarsi della propria inconcludenza. Erry a volte è la reincarnazione di Rebecca da giovane, quella di cui Peter si è innamorato, o la figlia Bea che una parola di troppo potrebbe rendere ancor più sfuggente. Poi come una statua di bronzo, Erry diventa l’emblema della bellezza che resiste al tempo e della libertà di un ragazzo che ancora si può concedere autodistruzione e illusione con la certezza, quando vorrà, di poter intraprendere qualsiasi strada.
Peter continua a recitare la parte di sempre – è il gallerista che supervisiona l’allestimento di una nuova mostra e il marito che confida alla moglie i propri dubbi di padre o ne rassicura le preoccupazioni per il fratello – ma la presenza di Ethan non dà pace alla sua testa. In pochi giorni Erry, tra provocazione e mito, è diventato l’opera d’arte preferita di Peter che assecondando il continuo fluire dei propri pensieri si spinge fino al limite della notte.
Pensava che una forza superiore l’avrebbe sollevato dalla sua vita per trasportarlo in un’altra. Ci credeva sul serio.
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