Non è facile andare in vacanza di questi tempi, ma mai avrei pensato di partire per Salò con le gonfie vele della libera circolazione in zona gialla e ritrovarmi dopo due giorni in esilio in piena zona arancio.
Dopo essermi sentita sommersa da uno strano carpe diem, l’idea era quella di stabilirmi per qualche giorno a Salò e tornare a viaggiare. Del resto il basso Garda bresciano, con le sue colline verdi e le strade di campagna tra ulivi e cipressi, è quell’angolo di Lombardia in cui mi sono trasferita dopo il primo lockdown a giugno 2020, il mio primo tentativo di decentrarmi da casa è stato abitare un mese a Manerba lavorando in smart working da lì.
Ma questa volta niente smart working, adesso il desiderio era decentrarmi proprio dal lavoro in modalità smart working. In questa breve vacanza volevo tornare a respirare la libertà di un viaggio: uscire di casa per cercare un itinerario a piedi tra campagna e lago, guardare il tramonto d’inverno dalla punta della penisola di Sirmione, visitare il Vittoriale degli Italiani, insomma stare in giro senza orari, camminare il più possibile all’aria aperta e cambiare paesaggio ogni giorno e poi la sera, o in caso di pioggia, ritirarmi a leggere e cucinare in un appartamento con vista sul golfo di Salò.
Entro la sera del secondo giorno però la provincia di Brescia è stata dichiarata zona arancione, il che significa alzare la guardia perché il virus ha ripreso a circolare in maniera più preoccupante. A quel punto ho dovuto scegliere se restare limitando il mio viaggio a Salò oppure tornare a casa e godermi qualche giretto in zona gialla. Ho scelto di restare, perché zona gialla o arancio questo virus c’è ed è ovunque, e ovunque bisogna stare sempre attenti e muoversi nella massima cautela per sé e degli altri.
Un anno di convivenza con il coronavirus dovrebbe avermi insegnato che la libertà di un tempo è ancora lontana e da un giorno all’altro questo virus può riprendere forza e circolare ancor più velocemente. Dovrei anche aver imparato però che degli spazi di vita e di libertà ci sono qualsiasi colore abbia la zona dove mi trovo e saperli trovare è una necessità tanto quanto il dovere di preservarsi da questa malattia.
Così il terzo giorno, quando alcune serrande si sono abbassate, i bar hanno ritirato i tavolini e attaccato il cartello “aperti per l’asporto” ho percepito meglio la preoccupazione che circolava nei discorsi delle persone e io che ero lì in viaggio mi sono sentita fuori posto e in esilio. Il mio programma è diventato pranzo e cena sempre a casa e per il resto finché c’è il sole si sta all’aria aperta a camminare o a leggere. Così un giorno ho percorso tutto il lungolago dal confine con San Felice al confine con Gardone Riviera, un altro sono salita verso verso la località San Michele e il terzo sono andata alla ricerca della ciclopedonale che collega Salò a Lonato. Il resto del tempo l’ho passato spostandomi da una panchina all’altra a leggere e ad osservare il lago.
Forse non ho respirato l’atmosfera di viaggio in cui confidavo, ma nell’epoca in cui viviamo la libertà deve convivere con l’incertezza, ne è prova il fatto che tra poche ore l’intera Lombardia sarà in zona arancio. Sono stata però via da casa, alla scoperta di un posto nuovo e ho avuto sempre vicino il lago. Il lago, così come le montagne, le giornate che si allungano e le temperature che sanno già di primavera. E ho pensato: tutte queste cose ci sono sempre e restano tali.
La natura fa il suo corso al di là delle nostre preoccupazioni e cautele, delle nostre zone gialle, rosse o arancioni. Guardare il lago e le montagne innevate mi ha ricordato che comunque una parte del mondo in cui viviamo va avanti lo stesso. Osservare e accorgermi di tutto questo mi distrae dalla presenza ingombrante di questa pandemia e da troppe parole, regole e numeri che si infilano in ogni piega della vita. Concentrati come siamo a stare attenti al virus e a misurare quanta libertà ci è concessa o tolta, c’è bisogno di distrarsi, di prendere una boccata d’aria e provare a riprendere questa strada incerta con un pizzico di fiducia.
Salò, 22 – 27 febbraio 2021
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