La lezione della montagna

Negli ultimi anni la montagna compare inaspettatamente tra i miei luoghi e sembra un richiamo, quasi un’esigenza più che un semplice desiderio. Fino a poco tempo fa non avevo dubbi: alla montagna ho sempre preferito le masse d’acqua. Di recente però camminare in montagna è una lezione di libertà ed essenzialità che altri luoghi non hanno saputo darmi. sentiero 65 ovest Cervinia miniatura

So ancora poco della montagna, pur avendola da sempre molto vicina non l’ho mai ascoltata. Abito a Bergamo, le montagne fanno parte del mio orizzonte ma a lungo sono rimaste per me solo uno sfondo. Tra le montagne del Trentino ho trascorso tutte le estati della mia infanzia. In Val di Ledro risiede metà delle mie origini paterne e materne, ci torno d’estate e durante l’anno, ma sono riuscita a lasciare sullo sfondo anche quelle montagne. Fino a poco tempo fa ero attratta solo dal lago o ancor meglio se possibile dal mare.

Eppure, quando ero bambina i nostri genitori in Val di Ledro ci portavano in montagna più che al lago. Ma per me la montagna era sempre una forzatura, ci andavo perché mi ci portavano, alla fine mi piaceva, sì, ma era tempo rubato al lago, era noioso stare lì in mezzo al nulla, per me senza il lago tutto era più noioso.

Per andare in montagna bisognava alzarsi presto e mettere scarpe pesanti e trascinarsi col fiatone su sentieri in salita. Di fatto camminavo quasi da sola e arrivavo in cima sempre per ultima. La fatica sembrava soltanto mia, gli altri erano più agili e veloci e spinti da un entusiasmo che io non avevo. Io restavo sempre indietro e continuavo a sentirmi dire Ci sei? Dai che manca poco! Così pian piano mi sono fatta l’idea che la montagna non fosse per me. Io ero per il lago, per il mare, per quell’abbraccio acquoso in cui ci si può lasciar andare e sentirsi più leggeri senza far fatica.

cascata Cervinia

Nel 2016 mi sono messa a dieta e il dietologo, abbinato ad un regime alimentare, mi ha prescritto tre camminate a settimana della durata di almeno un’ora. Consapevole che poco avrei retto chiusa in palestra ad agitare le mie gambe per un’ora sullo stesso metro e mezzo di nastro del tapis roulant, nelle giornate di bel tempo ho riscoperto il valore del camminare. Immergermi totalmente in un paesaggio semplicemente calpestando la terra con i miei piedi è diventata un’esigenza al di là di qualsiasi prescrizione.

Col tempo la montagna si è fatta più interessante. Più si sale, più ci si addentra e più il percorso è deciso dalle forme della natura. I rumori del traffico si assottigliano, case e strade rimpiccioliscono come presepi e piste di macchinine. Il bosco avvolge con profumi aciduli e dolci, chiaroscuri, fruscii, fischi, rami, foglie, erba alta e file di tronchi corrono verso un cielo che si intravede a malapena. L’aria è fresca sul collo, l’acqua saltella tra i sassi e compone ruscelli e si allunga in cascate. La strada finisce e iniziano più di un sentiero, i prati crescono fitti e incolti, le masse di roccia sono dei giganti e le cime formano un ventaglio molto più ricco di quello che si vede dal paese. E se è inverno la neve inventa nuove forme e addormenta ogni cosa.

Questo è il mondo che ho riscoperto camminando in montagna e quando ci sono tornata immergermi mi è sembrato molto simile ad un tuffo, un lasciarsi andare che credevo possibile solo in una massa d’acqua. Ad un certo punto mi sono accorta che camminate nella neve d’inverno per me equivale ad una nuotata nel lago di Ledro d’estate.

Adesso quando vado in montagna parto e cammino con il mio passo e arrivo fin dove riesco, fin dove mi trascina l’entusiasmo, fin dove sento di aver fatto sufficiente scorta di silenzio, aria, bellezza e di quel senso di liberazione, quasi purificazione, che solo la montagna con la sua lezione sull’essenziale sa dare. ghiacciaio Cervinia miniatura

Cammino e subito mi sento in congedo, finalmente sono altrove e al di sopra di qualsiasi situazione che imponga un ruolo, spogliata dell’armatura che la civiltà richiede, depongo le armi e mi arrendo, in montagna qualsiasi pretesa mia e altrui non vale nulla.

Per mezza giornata tutto quello che mi serve è nello zaino. Per mezza giornata sono solo una persona che cammina su un sentiero, un piccolo e minuscolo essere nell’immensità di un creato che è lì sempre, giorno e notte, quando fa freddo e quando fa caldo. È lì a prescindere dalla presenza umana, dalla mia presenza ed esistenza. È lì e ci resterà molto più a lungo della mia stessa vita. Per mezza giornata sono piccola ed insignificante ed è un dono essere lì e farne parte.

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La lezione della montagnaultima modifica: 2020-08-22T19:59:39+02:00da lesenedelase
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