Il quarto giorno di viaggio a Spalato è dedicato all’isola di Hvar. Il programma iniziale prevede la visita al castello del poeta Petar Hektorovic a Star Grad e un po’ di vita da spiaggia. Per ottimizzare gli spostamenti salpo di prima mattina per la caotica Hvar città. E quella che doveva essere una località solo di passaggio si rivela una tappa fondamentale per scoprire un’altra interessante meta letteraria: la residenza estiva del poeta Hanibal Lucić.
Oggi sui traghetti mi sento più preparata. La meta è decisa da giorni e ieri sera sono riuscita ad affrontare la timetable un po’ più a cuor leggero. Due sono le località che collegano l’isola di Hvar a Spalato: Hvar città e Stari Grad. Obiettivo imprescindibile di oggi è visitare la casa di Hektorovic a Stari Grad, ma prendere il traghetto che ci arriva direttamente non è molto vantaggioso (due ore di viaggio con partenza alle 11.00). Studiando un po’ la situazione trovo la combinazione perfetta: un’ora di catamarano fino a Hvar città, bus di collegamento con Stari Grad e da lì rientro con il traghetto delle 17.30.
Esco molto presto e attraverso la città. A quest’ora il mercato del pesce è nel pieno del suo fermento, il macellaio nella sua bottega sta tagliando i pezzi di carne e via via Spalato si sta rimettendo in moto per una nuova giornata. Mi fermo a comprare una cartolina. Voglio inaugurare una collezione di cartoline non spedite dei luoghi dove sono stata da sola. Un modo per fare memoria ma anche un invito indirizzato a me stessa ad arricchire la raccolta con nuovi luoghi.
E di nuovo penso Perché non l’ho fato prima? Perché ho iniziato da poco a viaggiare da sola?. Viaggiare da soli è un po’ allenarsi ad essere veramente se stessi. Nel viaggio si riscopre un po’ la propria natura. L’occasione si crea avendo a che fare con ambienti e persone che non si conoscono, non sono nella nostra quotidianità, non ci hanno già attribuito una parte. Questo aspetto è puro ed evidente solo se si viaggia da soli e anche il ritmo di viaggio gioca la sua parte. E’ importante infatti, per sperimentarsi, mantenere un procedere non troppo avido, la priorità non deve essere fagocitare tutto il visitabile.
Maria Perosino, in Io viaggio da sola, scrive che il requisito fondamentale per partire è essere sicuri di sapersela cavare da soli. Io aggiungerei che è necessario anche conoscersi e accettarsi abbastanza bene. Perché in viaggio da sola l’unica persona con cui ragioni, fai programmi e prendi delle decisioni sei tu. E se una mattina ti alzi e non hai voglia di far nulla o la sera l’idea di fare un programma per domani è l’ultima cosa che vorresti fare, poi sei tu a dover rinunciare o rimediare, ma soprattutto è con te stessa che devi vagare annoiata o arrabbiata per un’intera giornata. A sopportarti sarai solo tu, così come a prenderti cura di te stessa, e, perché no, anche a gioire dei tuoi traguardi.
Essere partita presto mi ha permesso di prendere il catamarano per Hvar delle 9.15. Meglio così, tutto tempo prezioso da passare sull’isola. Accanto a me trovo una ragazza polacca, anche lei sta viaggiando da sola ed è la sua prima esperienza. E’ venuta in Croazia in pullman, 13 ore di Flixbus. Anche lei ha lo stesso programma Spalato-Hvar città-Stari Grad ma nessuna delle due accenna inviti a proseguire insieme. Se intraprendi un viaggio da sola difficilmente ti aggreghi ad altri, quel che temo io è che la presenza di qualcun altro mi obblighi a dover modificare i miei piani o non mi permetta di assaporare un luogo come vorrei.
Durante la traversata aggiorno il diario e sonnecchio un po’. E appena attracchiamo sono pronta ad andare alla stazione dei bus per raggiungere Stari Grad il prima possibile. Non sono intenzionata a fermarmi molto a Hvar città, sono ancora un po’ scottata dall’esperienza dei Lost Gardens. E in più, l’andirivieni di imbarcazioni private e la ressa di turisti sulla banchina conferma quella vivace movida – preannunciata dalla Rough Guide – che non è per me una grande attrattiva in questi giorni.
Hvar città è la località più affollata che ho trovato sinora. Il molo è una lunga fila di bar, ristoranti e negozi pieni di gente. Mi incammino verso la piazza principale e prima di arrivarci, come al solito non resisto alla tentazione del bancone del fornaio, nonostante la ressa mi fermo e compro un paio di panini farciti con pomodori e mozzarella.
Hvar ha un’aria decisamente importante, qui tra le casette di pietra chiara sbucano qua e là diversi palazzi storici e sulla collina è ben visibile una fortezza abbracciata da ampie mura. Nella piazza principale – che mi ricorda molto Mali Losinj – trovo l’ufficio informazioni, dove prendo una mappa della città e chiedo indicazioni per la stazione dei bus.
Niente da fare per pochi minuti ho perso la corsa delle 10.30, devo trovare qualcosa da fare nell’attesa. Sulla cartina sono segnalati come punti di interesse diverse chiese, monasteri, un teatro, il castello, un museo e la residenza estiva del poeta Hanibal Lucić. Perfetto, ecco la meta letteraria che mi terrà impegnata nel frattempo.
La casa di Lucić, che nella Rough Guide è citata solo in un veloce passaggio tra le righe, è a pochi passi dalla stazione dei bus. Si accede dal giardino composto da due terrazzamenti e circondato da un muro in pietra. Per visitarla devo chiedere ad una signora intenta ad innaffiare le piante. Il cancello infatti è chiuso e vista così ha tutta l’aria di non essere visitabile. Non è la prima volta che mi rendo conto che in Croazia bisogna essere abbastanza decisi e osare. La signora – dopo la mia esplicita richiesta – mi accoglie dicendomi che farà venire subito qualcuno che mi apra la stanza del poeta e mi faccia da guida.
Mentre attraverso la passerella centrale del giardino e salgo i gradini verso il terrazzamento superiore, mi viene incontro una ragazza con le chiavi della memorial room, apre la porta d’entrata e la finestra che si affaccia sul giardino ed inizia a raccontarmi di Hanibal Lucić. Era un politico e uomo di legge della città di Hvar nel sedicesimo secolo, quando l’isola era territorio italiano. Fu una figura chiave per la letteratura e il teatro, visse durante il rinascimento, periodo molto importante per l’isola dal punto di vista culturale. Lucić fu il primo a scrivere un romanzo in lingua croata, in un tempo in cui la lingua ufficiale era l’italiano.
Nella memorial room si trova un’ampia collezione di libri e tra i quadri esposti, la ragazza mi fa notare quello in cui è custodita la copertina di una delle sue opere, un altro in cui è stato incorniciato un poema d’amore e un altro ancora con il suo ritratto. La casa oggi appartiene al museo locale e il giardino ospita eventi letterari e rappresentazioni teatrali.
Quel che più mi resta impresso è il fascio di luce che entra dalla finestra. E’ una luce bianca molto forte e decisa, illumina la libreria del poeta come se dovesse arrivare dritta in un punto preciso. Guardandola penso ad una luce d’ispirazione, quasi fosse ancora la luce dell’ispirazione letteraria del poeta.
La residenza estiva di Hanibal Lucić si trova poco fuori dalla città, qui regna una pace che nulla ha a che fare con la vivacità del centro e del porto di Hvar. Chiedo quindi alla guida dove vivesse Lucić d’inverno. Il poeta non faceva tanta strada per andare in vacanza, d’inverno abitava in uno dei palazzi che si affacciano sul porto.
Visitare un luogo che ha contribuito alla scrittura ed è stato significativo per uno scrittore – la stanza dove ci sono ancora i suoi libri e si può ammirare il paesaggio che contemplava mentre studiava o meditava su ciò che scriveva – è per me un’occasione preziosa per sostenere il mio desiderio di scrivere. Lo sento un po’ come un piccolo incoraggiamento.
Salgo sul bus per Stari Grad e me ne vado da Hvar città con la grande soddisfazione di un incontro inaspettato. Aver scoperto questo angolo letterario è come essere stata per pochi attimi in compagnia dello scrittore Hanibal Lucić.
Hvar città, 24 agosto 2017
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