Viaggio a Spalato: la città e i suoi panni stesi

Il quinto giorno di viaggio a Spalato è dedicato alla città. E’ ormai il penultimo e non posso andarmene senza aver respirato l’atmosfera della city alla luce del sole. Mi toccherà però fare un’accurata selezione, perché, a giudicare da ciò che dice la Rouge Guide, Spalato ha una lunga biografia da raccontare e la sua vitalità va ben oltre le etichette di meta turistica e città di mare.Spalato panni stesi 2

Il risveglio non è dei migliori. Non sono molto in forma, un po’ è il caldo e un po’ mi manca quell’adrenalina che avevo nei giorni scorsi all’idea di partire per un’isola. Ma ho solo oggi per fare un giro in città. Domani, ultimo giorno, preferisco non aver altre incombenze che stare al mare.

Il tran tran di Spalato ha veramente poche ore di tregua. Dalla prima mattina fino a tarda notte è un continuo di gente che viene e va. Fa shopping, ciondola per i vicoli, chiacchiera ai tavoli di ristoranti e bar e fotografa ogni angolo. Nella città vecchia infatti l’impressione è che ogni angolo, un po’ come a Roma, possa raccontare il pezzo di una storia molto antica. Già questo basta a capire quanto questa città, nonostante il caldo e il forte richiamo del mare, meriti più di una passeggiata della sera.  Palazzo Diocleziano Spalato

Come tutte le città offre diverse prospettive da cui osservarla e viverla, ci sono mercati e negozi, chiese e musei, festival musicali, eventi culturali e la possibilità di praticare diversi sport. Come tutte le città se ci si volesse soffermare solo sui punti imprescindibili, per dire “l’ho vista”, ci vorrebbe almeno una settimana di full immersion.

Quel che metto in lista per la mia visita sono il Palazzo di Diocleziano, il museo marittimo e un bel giro di panni stesi. Inizio dal basso, ovvero dai sotterranei del Palazzo di Diocleziano. Il centro storico di Spalato è racchiuso nel quadrato e nelle quattro porte che corrispondono al vecchio perimetro del Palazzo di Diocleziano: prima fortificazione significativa della città, sulla quale e intorno alla quale Spalato si è sviluppata dal terzo secolo fino ad oggi.  Spalato dall'alto 3

La maggior parte delle stanze nonostante le forti infiltrazioni d’acqua ha un aspetto molto solido e l’idea che una costruzione così antica si sia ben conservata per circa sedici secoli, mi fa pensare al netto contrasto con i cumuli di macerie lasciati dai recenti terremoti del Centro Italia.

Alcune zone dei sotterranei sono all’aperto, il soffitto non c’è, si vede il cielo blu ed è facile incrociare lo sguardo di chi da sopra si affaccia e vuole vedere cosa c’è sotto. Da qui sotto si può vedere anche chi si è avventurato fino alla cima del campanile. E l’idea di poter cambiare completamente prospettiva, osservando tutto dall’alto, mi fa venir voglia di salire lassù.

vista Peristilio Spalato da campanileSul campanile l’ampiezza della visuale lascia senza fiato. Ci si sente i padroni della città potendo abbracciare con lo sguardo il porto, la Riva, la collina Marjan e infilarsi sino ai terribili palazzoni della parte più moderna, tra cui spicca ogni tanto, fiera, qualche costruzione alta, liscia e sbirluccicante.

Scendendo mi accorgo che le aperture della torre permettono di osservare il rettangolo del Peristilio con i suoi morbidi quadratini color bordeaux.

Il tour prosegue con la statua di Grgur Ninski, che si trova a nord del centro storico, appena si esce dalla porta d’oro. E’ sempre difficile per me cogliere il valore della scultura, in questo caso però l’altezza della figura fa venir voglia di avvicinarsi e misurare quanto si è piccoli all’ombra di un giganteGrgur Ninski statua 2

Il vero fascino dell’opera, Meštrović – scultore croato a cui si deve l’imponente statua forgiata nel bronzo – l’ha creato con il rigonfiamento del mantello dietro le spalle, con mani grandi da apparire sproporzionate e con quel dito puntato: è come se il Ninski avesse paura di restare intrappolato in un’immagine troppo rigida di sé.

Da lì di nuovo rientro in città a guardare in alto, gironzolando tra vie e vicoli, alla ricerca dei panni stesi. Solo per questo Spalato meriterebbe un’uscita fotografica o un concorso a tema “fili di bucato”.

Grgur Ninski statua 1A questo punto caldo e fame suggeriscono una pausa per rifocillarsi. Niente consigli né indecisioni, oggi si va da da Popaj fast food, un take away di panini e focacce in zona mercato del pesce. Il rapporto qualità/prezzo, ma anche quantità/prezzo, è da cinque stelle. La lunga fila di ragazzi che si forma fuori dal locale ogni sera, all’ora di cena, mi ha trascinata qui certa di non restare delusa. E così è stato. Il pranzo è presto servito con uno sfilatino di trenta centimetri – che loro ritengono taglia small – farcito al momento con prosciutto, formaggio (la base) e ben cinque verdure a scelta.

Dopo pranzo torno in appartamento per riposare un po’ e preparare la borsa per la spiaggia. Nel frattempo ho depennato dal programma il museo marittimo, ho bisogno di qualche ora di relax. Attraversando la città in direzione Bavcice beach aggiungo ancora un pezzettino alla visita della città comprando qualche prodotto artigianale al mercato e facendo qualche foto alla punta del campanile della cattedrale di San Doimo vista dall’oblò del vestibolo. Spalato vestibolo

La serata termina con una cena casalinga e un’ultima incursione in città. Devo  aggiornare il diario, scrivere tutto quello che ho fatto oggi. Qui c’è solo una situazione in cui trovo sempre ispirazioni doc per la mia scrittura: seduta sui gradini del Peristilio.

Spalato, 25 agosto 2017

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Viaggio a Spalato: la città e i suoi panni stesiultima modifica: 2017-10-26T20:24:04+02:00da lesenedelase
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2 pensieri su “Viaggio a Spalato: la città e i suoi panni stesi

    • Sì esatto come a Napoli. Solo che la città vecchia di Spalato è molto più piccola del centro di Napoli e il fenomeno dei panni stesi è meno massiccio. In ogni caso a Spalato come a Napoli i panni stesi hanno un che di artistico, forse un po’ azzardato, ma a me affascinano sempre! Grazie del commento e di aver letto il post 🙂

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