Absolutely nothing di Giorgio Vasta e Ramak Fazel

Absolutely Nothing, storie e sparizioni nei deserti americani di Giorgio Vasta e Ramak Fazel è un diario di viaggio. E’ la testimonianza scritta e fotografata di un pellegrinaggio e di un peregrinare tra quel che resta di luoghi che non ci sono più, perché privi dell’utilità per cui sono stati costruiti o perché distrutti e inghiottiti dal deserto.

Ottobre 2013. Giorgio, Ramak e Silva. Uno scrittore, un fotografo e un architetto. Due uomini, una donna e uno sponsor che ha commissionato una missione da compiere: un viaggio negli Stati Uniti tra luoghi abbandonatideserto USA

Silva scandisce le tappe. Ramak è al volante della jeep su cui viaggiano. Giorgio osserva e annota. Il piccolo gruppo di esploratori nel suo muoversi da un posto all’altro continua ad oscillare tra l’affidarsi alla rassicurante presenza organizzativa di Silva e il cedere all’intraprendenza curiosa dei fuori programma di Ramak.

La non-fiction si mescola alla fiction. La versione ufficiale che Silva detiene nel suo dossier viene rimaneggiata e aggiornata dai racconti di chi si incontra sul posto. Villaggi di minatori, paesi del vecchio West, strutture ricreative, abitazioni e attività commerciali, accomunati dal vuoto della dismissione, riprendono consistenza diventando la rappresentazione di se stessi come museo, esposizione o location cinematografica.

L’iniziale sgomento – di fronte al nulla di questi luoghi abbandonati nel deserto, di fronte all’abbandono nell’abbandono – diventa presto desiderio di saperne di più, cercando l’incontro con chi ci vive o ci lavora. E quando è ora di ripartire per la prossima tappa, ogni luogo resta appiccicato addosso con il suo fascino ipnotico.

rottame e cactusIl movimento da e verso luoghi abbandonati è accompagnato da un costruirsi e sovrapporsi di punti di vista: sul senso del viaggiare come prede o predatori, sul mescolarsi di realtà e leggenda, sul bisogno di stare nel deserto o prendere le distanze da un luogo dismesso, sullo strano alternarsi di accumulo e abbandono di cose, luoghi e affetti.

Curiosa per Absolutely Nothing è anche la consistenza fisica del libro. L’aspetto è quello austero di un volume scientifico o universitario. Titolo e autori sono impressi in lucidi caratteri di colore rosso su uno sfondo blu opaco e non c’è, ad accompagnarli, un’immagine di copertina. All’interno le pagine sono robuste come quelle di un catalogo. Un testo che sfida l’editoria digitale e quel marketing editoriale impegnato a rendere un libro un prodotto appetibile per un pubblico indistintamente più ampio.

Absolutely Nothing storie e sparizioni nei deserti americani è tra i cinque finalisti dell’edizione 2017 del Premio Nazionale di Narrativa Bergamo.

© Riproduzione riservata – Immagini da Pixabay

Absolutely nothing di Giorgio Vasta e Ramak Fazelultima modifica: 2017-02-22T22:31:39+01:00da lesenedelase
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