Fase3 e prove generali di normalità

Ti scrivo finalmente dalla fase3, cara Serena, cara me stessa dell’epoca prima del #iorestoacasa. Fase3 significa un altro grande passo di libertà. Non viviamo ancora nel lusso di un mondo senza Covid-19, ma possiamo fare le prove generali perché ogni cosa in più che ci è concessa può avvicinarci alla normalità. panchina lago di Garda

Da qualche giorno ci si può muovere liberamente in tutta Italia e a breve si potrà anche andare all’estero. In Lombardia hanno dato il via libera alla riapertura di palestre, piscine e centri termali. Si può tornare a viaggiare e le partenze di treni ed aerei non sono più ridotte all’osso. In Italia ora muoiono circa settanta persone al giorno e a Bergamo se ne contano ancora una o due. Insomma il virus c’è ma ha fatto qualche passo indietro e noi ne dobbiamo approfittare per avanzare timidamente verso la libertà.

Per me questa fase non ha la portata di una svolta come è stato il poter tornare all’aria aperta o circolare senza autocertificazione, ma ogni nuova fase significa nuove briglie che si sciolgono e un orizzonte che continua ad allargarsi, altri passi che promettono o fanno sperare che prima o poi non ci sia più bisogno di tutte queste precauzioni né di tenere le serrande abbassate.

Purtroppo riaprire e ripartire non ha coinciso con un deciso cambio di rotta: non tutti hanno riaperto e il ritorno nei negozi, nei bar e in chiesa è prudente. Le regole di distanziamento, la paura, l’idea della coda per gli ingressi contingentati, l’imbarazzo di sottoporsi alla prova della temperatura corporea o forse semplicemente l’incertezza economica, fanno sì che di fatto l’affacciarsi alla vita fuori casa sia un po’ timido.

Attività commerciali, ristoranti e musei fanno di tutto per sostenere quel sottile equilibrio che ci fa sentire al sicuro senza rendere le regole opprimenti. Guardiamo con curiosità le vetrine, i menù esposti fuori dai ristoranti, la segnaletica che guida il distanziamento sociale e gli adesivi che rassicurano su regolari interventi di sanificazione, ma ci si sente un po’ impacciati prima di entrare. A volte si vedono negozianti e ristoratori sulla soglia che attendono con speranzosa diffidenza, chissà quali preoccupazioni ci sono dietro l’augurarsi che i clienti tornino con più fiducia e che tutto riprenda presto a girare come prima. Usciamo, andiamo al parco, in spiaggia e in città ma i nostri passi sono incerti e ingessati come se affondassero nella gommapiuma.

Le possibilità che ci restituiscono un po’ alla volta non hanno ancora la disinvoltura della vita di prima. La mascherina è diventata un accessorio di moda e non è poi così male trovare un dispenser con igienizzante per le mani in qualsiasi posto pubblico. La fase3 è come prendere finalmente una boccata d’aria decente ma ancora non è una corsa a piedi nudi in un prato verde. Il virus, anche se sembra aver perso forza, è potenzialmente ovunque fuori casa e fa ancora paura.

Io dopo una diffidenza iniziale mi sono buttata e ci ho provato: sono tornata a messa in chiesa, in qualche negozio a comprare vestiti e scarpe, in libreria e persino al ristorante. Mi sento imbranata, è come se mi muovessi al rallenty, ma riuscirci mi ha dato un gran senso di fiducia e libertà e a volte riesco persino a dimenticarmi che si convive con un virus. È giugno e le porte di tutti gli ambienti chiusi sono sempre spalancate, ci sono parecchi spazi allestiti all’aria aperta e in più ora in ogni luogo chiunque entri è il benvenuto.

Cara Serena, cara me stessa dell’epoca prima del #iorestoacasa, la mia grande novità, di cui ti parlerò meglio nella prossima lettera, è che da inizio giugno ho trovato una nuova location per lo smart working: per qualche tempo starò sul lago di Garda. La mia fase3 coincide con il provare a decentrarmi da casa e anche se non sono ancora andata oltre i confini della Lombardia, in pochi giorni ho già rimesso in moto il lato avventuriero di quando sono in viaggio. Provare dei vestiti in un negozio o sedermi al tavolo di una pizzeria mi ha fatto capire che se davvero aspiro alla libertà che avevi tu prima del coronavirus, ora sta a me e ad ognuno di noi prendersi qualcuno dei pezzi in più che ci sono concessi dal Governo e rimettere in circolo un po’ di fiducia.

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Fase3 e prove generali di normalitàultima modifica: 2020-06-09T23:22:56+02:00da lesenedelase
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