Il capro di Silvia Cassioli

Il Capro di Silvia Cassioli è un romanzo noir sui delitti del Mostro di Firenze raccontati da una pluralità di voci e storie che rappresentano il lungo e tortuoso percorso delle indagini e del processo.

Queste cose accadono solo in America o nei film dell’orrore, dice la gente. Non in Toscana. Non fra le nostre colline. il capro

Tra gli anni Settanta e Ottanta del Novecento sulle colline poco lontano da Firenze viene compiuta una serie di omicidi con una dinamica comune: una coppia di amanti una sera si apparta in auto vicino ad un bosco e, nei giorni seguenti, i loro due corpi vengono ritrovati mutilati e trucidati da proiettili e coltellate.

Le indagini risultano sin da subito titubanti e confuse. Il Mostro che lascia pochissime tracce di sé e i delitti hanno tutti elementi di tale brutalità, perversione e scaltrezza che è complicato tracciare un identikit. Si cerca nelle vite di guardoni, prostitute, persone abituate ad agire e subire violenze in famiglia, attratte da una sessualità morbosa e deviata. Testimoni difficili da avvicinare che forniscono interrogatori e indizi raramente decisivi.

Anche i rilievi sono confusi e mancanti. A volte non c’è documentazione fotografica o la verbalizzazione di alcuni particolari importanti. Gli agenti che arrivano sul posto sono carabinieri o poliziotti di paese non abituati ad occuparsi di omicidi e ancor meno di serial killer. L’unica cosa certa è che il Mostro continua a colpire e le vittime sono quasi una ventina.

Diverse persone vengono arrestate e rilasciate, poi si arriva a Pietro Pacciani, noto per la sua forza bruta e già condannato per omicidio, violenza e atti osceni. Tutto ad un certo punto sembra portare a lui, personaggio molto abile nel manipolare con le sue deposizioni.

Lui, sempre lui. Era l’unico che compariva in tutte le liste, e più gli scavavamo intorno e più saltavano fuori fatti che anziché una croce sopra gli facevano un cerchio intorno.

Col tempo l’opinione pubblica si divide, nasce il fronte innocentista e Pacciani viene assolto. E di nuovo ricominciano interrogatori di nuovi e vecchi testimoni e si trovano nuovi indiziati. Poi il mostro non è più una sola persona ma un gruppo, sono i compagni di merende. Il quadro della situazione è sempre più ricco e confuso, una valanga difficile da arginare.

La lunga vicenda del Mostro di Firenze viene raccontata direttamente da una folta e ingarbugliata pluralità di voci e punti di vista. L’effetto logorroico della narrazione ben rappresenta l’inarrestabile rimbalzo tra il bisogno di far luce – continuando ad analizzare, raccogliere, rivedere – e il sommarsi di personaggi e storie inquietanti, con ricordi vaghi e dichiarazioni zoppicanti, cui si aggiungono le manie e le sviste di chi ha il compito di trovare la verità.

Nessuno cava mai nulla da un uomo messo all’angolo: né la sua accusa, né la sua difesa. È solo un inutile capro espiatorio.

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Ho letto Il capro perché è tra i cinque libri finalisti dell’edizione 2023 del Premio Nazionale di Narrativa Bergamo

© Riproduzione riservata – Foto credit Nicolás Rueda da Pexels

Il capro di Silvia Cassioliultima modifica: 2023-03-09T19:25:57+01:00da lesenedelase
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