Il duca di Matteo Melchiorre

Il duca di Matteo Melchiorre è un romanzo in cui il protagonista e narratore è l’erede di un casato nobile che si riappropria del potere esercitato dai suoi avi. il duca

Io venivo fuori da una teoria ininterrotta di signori, di vescovi, di nomi scritti nelle storie e scolpiti nelle lapidi della città.

Il Duca è lo spaesato superstite dei Cimamonte. Con la morte improvvisa di entrambi i genitori eredita le proprietà del casato nobile di cui è l’unico discendente, lascia il palazzo nella città di Berua e si stabilisce nella villa degli avi a Vallorgàna, paese della Val Fonda ai piedi della Montagna.

Inizialmente le sue uniche preoccupazioni sono rendere di nuovo abitabile la dimora e studiare gli antichi documenti di famiglia lì conservati. Poi un giorno Nelso Tabióna, il boscaiolo del paese, lo mette in guardia da Mario Fastrèda: l’anziano che da anni spadroneggia a Vallorgàna sta tentando di sottrargli una porzione di bosco con l’usucapione.

Godeva di un rispetto indubitato e della venerazione singolarissima e timorosa che si concepisce nei confronti di un uomo che si sappia scaltro e sempre pronto a cavare l’utile da ogni cosa.

Lo status assunto da Fastréda e la scoperta della Chronica Cimamontium – libro che racchiude antiche memorie dei Cimamonti – fanno nascere nel Duca il desiderio di rinsaldare il legame con le proprie origini. Contrapporsi alla signoria di Fastréda sarà l’occasione per ridare vita al ruolo di rilievo degli avi. Pur condannando le diverse ingiustizie che – al pari delle proprietà possedute – aveva reso potenti i Cimamonte, il Duca non cede né intende sottomettersi.

Nasce così un duello di maschere che si studiano e sferrano colpi in nome della discordia. Una guerra che procede per iniziative private e dichiarazioni pubbliche: paletti che segnano un confine, la lettera di un avvocato, scambi feroci di sguardi e battute al bar, impegni presi davanti agli abitanti del paese.

Il Duca a Vallorgàna è considerato con distacco perché forestiero e discendente di una stirpe prepotente, ma la scelta di contrapporsi a Fastréda porta con sé anche il sostegno di alcuni abitanti del paese. Il nobile a volte agisce con sicurezza e in altri momenti medita sulle sue sciocche e sproporzionate smanie di possidente. In lui si alternano il desiderio di non scendere a compromessi e il saggio mettersi al riparo dall’insaziabile fame di conquista di Fastréda.

Quel che accade riporta il Duca ad una cronaca già scritta, un teatro in cui tornano in scena le stesse maschere e mosse che da secoli appartengono alla storia dei Cimamonte e di Vallorgàna. Il passato che si impone nel suo prepotente ripetersi diventa però opprimente al punto di desiderarne il tracollo.

Non ritenevo vi fosse motivo di dubitare che a Vallorgàna, e precisamente al di qua del cancello della villa, albergasse l’insopprimibile anima del mio casato, rimasta qui, come intrappolata, in una strana sospensione del tempo.

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Ho letto Il duca perché è tra i cinque libri finalisti dell’edizione 2023 del Premio Nazionale di Narrativa Bergamo

© Riproduzione riservata – Foto credit  Malcolm Garret da Pexels

Il duca di Matteo Melchiorreultima modifica: 2023-03-18T18:11:31+01:00da lesenedelase
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