Il mestiere dello scrittore di Murakami Haruki

Il mestiere dello scrittore di Murakami Haruki è un saggio autobiografico sulla vita da scrittore professionista raccontato attraverso idee e convinzioni che negli anni hanno accompagnato e irrobustito la scrittura dell’autore. Ha continuato a scrivere nonostante critiche feroci e severissime recensioni e oggi può dirsi fiero di essere un romanziere. DSC00516

Ho in me un certo talento per la narrativa, è vero, ma se qualcosa non l’avesse portato in superficie, probabilmente sarebbe rimasto per sempre addormentato.

Nel 1979 con il primo romanzo vinse il premio per esordienti Gunzō. E si ritiene fortunato perché il libro, intitolato Ascolta la canzone del vento, nacque da un semplice e improvviso desiderio di pubblicare una storia, aspirazione al tempo lontana dall’idea di diventare uno scrittore.

Secondo Murakami la narrativa è un ring di lotta libera ampio e accessibile a chiunque. Non è un mondo chiuso, né una società a somma zero. Per entrare nell’arena degli scrittori basta pubblicare un romanzo, è invece continuare a scriverne l’impresa dura e non alla portata di tutti.

I romanzi sono un lavoro minuzioso, simile a costruire piccole navi con lunghe pinze all’interno di una bottiglia. I romanzieri non hanno un’intelligenza superiore, anzi per Murakami chi ha un pensiero veloce e immediato non sta a lungo fermo ad arrovellarsi su una frase. Ma quelli che continuano a scrivere, senza stancarsi, sono dotati di una capacità specifica.

Un meccanismo interiore che non permette loro di vivere senza scrivere, una resistenza che li aiuta a svolgere un lavoro indipendente e per molti anni.

Le lunghe storie richiedono equilibrio e perseveranza. Quando si dedica ad un romanzo Murakami non scrive altro, in alcuni casi ha scelto di trasferirsi all’estero per avere la giusta concentrazione, tutti i giorni corre per circa un’ora per controbilanciare le ore che trascorre seduto alla scrivania.

Si scrive da soli, stando chiusi in una stanza. Il materiale si trova andando a scavare nei bassifondi più bui della propria coscienza. E per restituirlo in parole è necessaria la pazienza dei vari tentativi che un testo di senso richiede.

Questa forza spirituale – per lo meno la maggior parte di essa – non è una mia qualità innata, ma qualcosa che ho acquisito con l’esercizio intenzionale.

Vista così la scrittura può apparire solo un esercizio faticoso e forzato. In realtà Murakami in questo saggio attraversa gli interrogativi cruciali del romanziere – lettori, premi, stile, critica, editor, traduttori – stringendo a sé la convinzione che a tenere viva la sua scrittura siano da sempre fortuna e spontaneità.

L’autore riconosce nella scrittura sin dall’esordio una particolare forza. L’atto creativo che nasce dalla gioia che prova mentre scrive, è sensazione rinfrescante, come se all’interno di una giornata ne sorgesse un’altra e al tempo stesso condizione spirituale che si crea solo se la scrittura è avvolta in una cornice di libertà.

Se scrivere romanzi non fosse piacevole, non avrebbe significato farlo. Considerare la scrittura una tribolazione è un’idea che non mi appartiene. Penso che fondamentalmente debba essere qualcosa che sgorga in modo spontaneo.

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Il mestiere dello scrittore di Murakami Harukiultima modifica: 2019-10-31T23:26:06+01:00da lesenedelase
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