La distrazione di Dio di Alessio Cuffaro

La distrazione di Dio di Alessio Cuffaro è la storia di Francesco Cassini e del suo continuo morire e trovarsi ad abitare vite altrui. labyrinth-1738043_960_720

Terzo ed ultimo figlio di un povero falegname di Torino, Francesco è un bambino che non ama incertezze e risposte sbadate, lui vuole scoprire il funzionamento delle cose. A scuola se la cava molto bene, studia sodo ed è affascinato dalla matematica e dalla fisica.

Fin da piccolo il padre fatica a considerarlo figlio suo, sempre così serio e intelligente, è diverso dai fratelli che lavorano in bottega, due scapestrati soprannominati Peste e Corna. Ma nella famiglia di Antonio Cassini soldi per far studiare i figli non ce ne sono e così Francesco presto finisce a lavorare in bottega e a subire il disprezzo del padre e dei fratelli.

Alla morte di Antonio, i figli Peste e Corna prendono in gestione la falegnameria e al fratello concedono solo il ruolo di garzone di bottega. Francesco trova il modo di sopportare sberle e umiliazioni, assentandosi dalla bottega di tanto in tanto per andare a casa del conte Eclisse, quel cliente elegante e dai modi gentili che un giorno si è presentato dai Cassini per commissionare una libreria.

Sarebbe rimasto per tutta la vita uno con la testa buona costretto a far finta di averla di legno, se un giorno un signorecliente non fosse entrato in bottega con una richiesta particolare.

Dopo la libreria, seguono altri ordini e lavoretti che il conte intende affidare alla bottega a condizione che sia solo Francesco ad occuparsene. Finché un giorno, esasperato dal comportamento dei fratelli, Francesco scappa, si presenta a casa del conte e della moglie e si fa adottare. Riesce così finalmente ad avere quelle opportunità che la famiglia Cassini non sarebbe mai stata in grado di offrirgli e col tempo raggiunge una buona posizione sociale.

Ma la notte del 31 dicembre 1899 a soli trentacinque anni, già brillante imprenditore e padre di tre figli, Francesco muore e si risveglia in un ospedale di Parigi nel corpo diciottenne di Jaques Combe. E quando anche Jaques muore, Francesco di nuovo si risveglia, questa volta a Praga sulle rive del fiume Moldava nei panni del sedicenne Josef Martin. Ed è un destino che si ripeterà ancora per Francesco ad ogni morte di ciascun corpo che si ritroverà ad abitare.

Come biasimarlo se, oberato di lavoro, avesse dimenticato di far morire Francesco come gli altri, una volta per tutte? A Dio si doveva pur concedere una certa dose di distrazione.

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Da padre a figlio, da imprenditore a suonatore di strada, da uomo a donna, Francesco passa senza preavviso da una vita all’altra e in ognuna deve trovare il modo per viverla. E sin dalla prima sa che l’unica carta che può giocarsi è portare con sé quel bagaglio fatto di tutto di ciò che è stato e delle possibilità che ogni nuova vita gli può offrire.

Più che una catena di reincarnazioni, quella di Francesco Cassini è la storia di un uomo che improvvisamente e ripetutamente si ritrova in corpi non suoi e in vite che non gli appartengono ma, cercando di fare tesoro della memoria di quel che è stato precedentemente, prova a reinventarsi e a viverle.

Con uno stile dal tratto delicato e semplice Alessio Cuffaro racconta di quando la vita ci chiede di cambiare rotta improvvisamente e con essa dell’urgenza di vestire i panni di un ruolo a cui probabilmente non avevamo mai pensato. E l’unico modo per non soccombere, sottraendosi o fuggendo, è provare, nel cambiamento, a mettere in gioco quel che siamo, non smettendo mai di cercare quel che tutti i giorni può farci stare a galla.

Francesco avrebbe voluto dirgli che era già stato borghese, e ricco sfondato e adesso povero, e che bisognava provare ad astrarsi un po’, a guardare alle società che gli uomini formano insieme senza la lente tutta personale che il proprio ruolo in essa ci costringe a usare. 

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La distrazione di Dio di Alessio Cuffaroultima modifica: 2018-04-08T21:29:19+02:00da lesenedelase
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