Le galanti di Filippo Tuena

La galanti di Filippo Tuena è un’antologia di racconti che vagano tra autobiografia, storia, letteratura e arte. L’autore fruga nel suo passato in cerca di fotografie, taccuini e libri e se ne serve come esca per far riemergere passioni dimenticate, ricordi perduti e tentativi di scrittura. Nascono così narrazioni che trascinano autore e lettore in una serie di altrove abitati da immagini, testi e opere d’arte. graffito

Le fughe dai fallimenti e dalle sconfitte si realizzano mutando d’abito, forma e sostanza. Cercando d’essere altra cosa da quel che siamo stati.

Uno scatolone con vecchie lettere d’amore è il pretesto per innamorarsi di nuovo dello sguardo di Giovanna Tornabuoni  nel ritratto del Ghirlandaio. Si va a Firenze tra gli affreschi e i bassorilievi di Santa Maria Novella, si percorre la storia delle famiglie Tornabuoni e Medici e poi di nuovo si torna al dipinto e ai collezionisti che negli anni lo hanno venduto e acquistato. Nel frattempo l’autore ricompone il puzzle dell’opera del Ghirlandaio, comprato al bookshop del Thyssen-Bornemisza, museo che oggi espone l’originale a Madrid.

Nulla varrà il ricordo della prima seduzione e della prima conquista avvenuta in quella sala del museo di Madrid dove l’ho conosciuta e me ne sono innamorato.

La casa dove Tuena ha vissuto fino ai vent’anni, visitata poco prima che venga demolita, lo riporta a Valois e ai sessanta affreschi che sono andati persi nel Settecento con la distruzione dell’ala del castello che ospitava la Galleria di Ulisse. Di lì ci si imbatte in diverse rappresentazioni della scena del ritorno di Ulisse da Penelope e nel tormento del partire e tornare, nelle metamorfosi del tempo e nel rischio di non riconoscersi più.

Che siano un biglietto ferroviario, una cartelletta che raccoglie poesie per una raccolta mai pubblicata o degli scarabocchi su un vecchio taccuino, come in un sogno, ogni storia narra secondo una libera e contorta associazione di pensieri. Mappe e fotografie ridisegnano luoghi: la biblioteca Laureziana a Firenze, il Gianicolo a Roma, l’isola greca di Citera, l’acropoli di Sparta. Sguardi e pose di sculture e quadri introducono ai tormenti di: Ermafrodito, Pan, Stendhal, il Cardinale Mazzarino, Van Gogh. Poemi e lettere svelano equivoci o amplificano smarrimenti: il Cratilo di Platone, i Sepolcri di Foscolo, l’Odissea di Omero, la corrispondenza dal Polo Sud di Robert F. Scott.

Perché ogni cosa che ti trascina altrove immancabilmente senza eccezioni finirà per riguardare un momento del tuo vissuto.

Un filo sottile lega tutte le narrazioni in una voluminosa raccolta, è il continuo andare a tornare dal presente al passato tra naufragi malinconici e magici luccichii dei frammenti di sé. Costruire e percorrere un’immaginaria galleria d’arte, a forma di labirinto, è un esplicito invito a lasciarsi andare, tra letteratura, storia dell’arte, film e carteggi, a quell’irrequieto movimento del perdersi e riconoscersi in diverse forme di altrove.

E fu a quel punto che entrai nel sogno delle feste galanti.

Le galanti è tra i cinque libri finalisti dell’edizione 2020 del Premio Nazionale di Narrativa Bergamo.

© Riproduzione riservata – Immagini de La Sere

Le galanti di Filippo Tuenaultima modifica: 2020-03-13T22:50:50+01:00da lesenedelase
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