Le storie infinite di Francesco Gavatorta

Le storie infinite di Francesco Gavatorta è un saggio su come la narrazione è cambiata con l’avvento dell’era digitale.

Le storie infinite di Francesco Gavatorta

Tutti hanno cominciato a voler raccontare, e a giudicare le storie degli altri.

Oggi assistiamo ad un rinnovato interesse per la narrazione che avviene però con modalità e significati nuovi.

Nel testo di Gavatorta la storie vengono contestualizzate all’interno di due concetti: lo Storytelling e la Grande Digitalizzazione. Lo storytelling viene inteso come metodo, set di regole, cassetta degli attrezzi per costruire narrazioni la cui efficacia è permeata di una cultura consumistica e di marketing che mira al saper influenzare emozioni e comportamenti altrui.

La Grande Digitalizzazione è lo scenario, attuale e del futuro prossimo, in cui la tecnologia – attraverso entità come l’intelligenza artificiale, il Metaverso, i videogames di ultima generazione – non è più da considerarsi solo un insieme di strumenti che facilitano e potenziano le possibilità di informazione e comunicazione, ma a tutti gli effetti è un processo che – attraverso gli smartphone, i social, mondi virtuali e avatar – incrocia, amplifica e modifica l’esperienza concreta.

In questa realtà, in cui la Grande Digitalizzazione è sempre più pervasiva della nostra quotidianità, l’istinto umano di costruire e condividere storie non è in crisi, anzi al contrario la narrazione è fin troppo presente nella nostra esistenza e ha trovato nuove modalità di fruizione e assimilazione a livello individuale e collettivo.

Questo continuo abusare di flussi narrativi genera nel fruitore un’esperienza fittizia, che viene percepita come vera.

Per valutare l’impatto delle storie sul nostro percepito, Gavatorta individua cinque caratteristiche chiave della narrazione: l’attuabilità intesa come i modi e i contesti in cui oggi il racconto si svolge; l’adattabilità ovvero quanto le storie sono in grado di piegarsi a tempi e modi diversi; la creatività; la comprensione come capacità di saper distinguere realtà e finzione; il coinvolgimento che è l’effetto della collettivizzazione del racconto.

Da questa analisi emerge un continuo bisogno di raccontare che ci espone ad una bulimia di storie in cui il narrare ha subito distorsioni evidenti e preoccupanti come il bisogno di raccontare che prevale sul bisogno di ascoltare, la maggiore importanza data all’effetto del racconto rispetto ad un autentico desiderio di condivisione, il progressivo deterioramento della capacità di comprendere le storie e di controllarne gli effetti sulla percezione della realtà.

Da animali narrativi grazie alla tecnologia (ad alcune, in particolare) stiamo rischiando di trasformarci in animali interpretativi, dove la narrazione diventa più importante della storia stessa.

© Riproduzione riservata – foto credit di Ron Lach da Pexels.com

Le storie infinite di Francesco Gavatortaultima modifica: 2024-02-24T21:53:46+01:00da lesenedelase
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