L’esercizio dello stupore

L’esercizio dello stupore viene da un corso di scrittura autobiografica che ho fatto in questi giorni. Pensando a cosa crea in me quella meraviglia improvvisa che illumina gli occhi e fa diventare il viso un sole sorridente, mi sono resa conto di quanto stupore c’è nella mia vita e me ne dimentico.

Lo stupore è venuto a trovarmi anche in questo anno dal clima difficile, cupo, incerto e pensare e scrivere di questi piccoli momenti di magia dona un senso di pace e gratitudine. Davvero, provate! nuvole min

Fra pochi giorni sarà il 13 dicembre, il giorno di Santa Lucia e a Bergamo tutti i bambini aspettano la notte di Santa Lucia perché porta i regali. Si scrive qualche giorno prima una lettera e la si appende alla ringhiera del terrazzo con una molletta, noi almeno facevamo così. Poi la sera del 12 si prepara acqua e pane per il suo asinello e la mattina del 13 dicembre ecco la magia, lo stupore. Io e mia sorella trovavamo i regali sul tappeto del salotto e lo stupore per me era che qualcuno Lassù avesse un pensiero per me. Un pensiero che implica scendere dal cielo prendere la mia letterina, leggerla e portare a me e a tutti noi bambini dei regali. La magia dell’attesa e della conferma era più grande di qualsiasi regalo potessi chiedere e ricevere.

Quanta magia c’è in ogni attenzione! Quando ero una bambina mi colpiva ogni attenzione indirizzata a me. Un sorriso, uno sguardo che incrociava il mio facendomi l’occhiolino, chi prendeva e mi portava con sé per farmi vedere qualcosa di bello. Anche oggi questa magia continua grazie a chi mi ascolta, ricorda i miei gusti o i miei pensieri, si accorge di piccoli cambiamenti o vuole condividere con me qualcosa di bello di sé o che ha scoperto del mondo.

È stupore in me il genio, un’invenzione geniale, è un grande dono all’umanità condividere un’innovazione. Penso allo sforzo e al tentativo di raccontare una storia in modo diverso o comunque ad ogni idea che permette di fare un nuovo uso delle cose, aprendo a nuove forme di fantasia e possibilità.

È stupore in me la bellezza. Un sorriso alla Julia Roberts o alla Anne Hathaway, una voce che raggiunge l’estensione vocale di Mina, Giorgia, Mariah Carey. Ma bellezza è anche il fascino del saper fare e saper dire: la gentilezza, un complimento disinteressato, la delicatezza delle parole dette o taciute al momento giusto. E poi la bellezza dell’arte e della natura. È stupore per me l’arcobaleno, quest’anno per la prima volta ne ho visto uno sospeso sulle acque del lago di Garda e uno dai 3500 metri del Plateau Rosa.

Un grande stupore è stato il Cervino a luglio e ad ottobre vedere il mare all’orizzonte quando dalla Via Aurelia ho preso la strada per Levanto. E poi il Giardino Botanico di Andrè Heller il giorno del mio compleanno, la vista del Garda dalla Rocca di Manerba e affondare i piedi nella sabbia dei fondali lacustri in località Pisenze, sempre a Manerba. È stato stupore ogni sabato mattina che ho trascorso a camminare nella neve sul Monte Pora da dicembre scorso al sette marzo di quest’anno. Sono momenti in cui il tempo si ferma, un vento leggero mi solleva e mi avvolge in un morbido mantello di musica e di bellezza.

È stupore in me la semplicità, saper dire, saper rappresentare la realtà, saper vivere senza bisogno di fronzoli e arrivando dritto al punto.

È stupore in me chi osa, prova andare un po’ oltre se stesso e si butta, molla tutto, si lascia andare e si gode quel volo con immensa fiducia.

È stupore in me la resilienza di chi sceglie di restare anche se altrove c’é di meglio. Resta perché è fedele a se stesso, qualcosa che è più importante di andarsene lo trattiene: una promessa, un valore, una responsabilità, un sentimento.

È stupore in me ogni mio piccolo traguardo, tutto ciò che per paura o sfiducia mai avrei pensato di fare: comprare una casa, tornare da sola in Cornovaglia, viaggiare da sola, scrivere, leggere libri in inglese, il mio mese di smartworking sul lago di Garda, riscoprire tra i miei luoghi il Monte Pora e non arrendermi all’incertezza di questo anno.

Se lo stupore è tutto questo per me, ringrazio Alessandra Perotti per avermi insegnato l’esercizio dello stupore, ora capisco che non è solo un modo per ritrovare se stessi, adesso lo vedo come una promessa di gratitudine e di speranza che va ben oltre quel che sono.

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L’esercizio dello stuporeultima modifica: 2020-12-08T19:51:25+01:00da lesenedelase
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