Viaggio a Spalato: in fuga a Supetar sull’isola di Brac

Il secondo giorno a Spalato il risveglio è poco propositivo. Non ho ancora fatto pace con l’appartamento. L’unica soluzione è dare all’ambiente un aspetto accogliente e prendere il primo traghetto che mi porti in fuga verso un’isola, nella speranza di ritrovare un po’ di pace. E quindi pronti via, oggi si va a Brac.Supetar - S Pietro in Brazza - Brac 1

Tralasciando la vicenda del prezzo, l’appartamento de La Perla devo ammettere non è poi così male, ma ha ben poco del trattamento luxury. E’ un monolocale al secondo e ultimo piano di una casa a dieci minuti a piedi da piazza Repubblica (o Prokurative). L’aspetto è molto semplice e rilassante nei suoi colori chiari. Il punto forte è la parete in pietra a vista dietro la testiera del letto.

La dotazione minima per renderlo effettivamente vivibile e abitabile soffre però di evidenti carenze. Il lenzuolo sopra è piegato in modo da sembrare matrimoniale e in realtà è singolo. Non esiste un telo doccia, ma solo tre salviette per le mani. Non c’è un phon, né un canovaccio per la cucina, né tanto meno ci sono scopa e paletta. Insomma a mano a mano che mi lavo, penso a cosa cucinare e faccio tutto quel che in genere si fa in una casa, mi rendo conto che manca sempre qualcosa. Più si allunga la lista di ciò che manca e più mentalmente torno alla lista delle dotazioni previste negli appartamenti Korta, che avevo scelto anche per queste caratteristiche.

L’unico rimedio è guardare in faccia questo spazio e farlo funzionare. E’ questa l’espressione che mi viene in mente. Sarà la mia casa a Spalato per i prossimi giorni e sono sicura che se mi riappacifico con l’ambiente posso trarre molto più di quel che riesco ad immaginare ora.

Disfo i bagagli e trovo un posto a vestiti e cose varie che ieri ho sparso senza criterio per l’appartamento. Un po’ di ordine mi aiuterà a rendere accogliente lo spazio al mio ritorno stasera e mi farà sentire il magico potere del riordino: quell’effetto zen che rimette in armonia con cose, pensieri e quel che può offrire la giornata. La perla apartment Spalato

Lasciare per qualche ora Spalato non può che farmi bene. L’isola di Brazza (Brac) si raggiunge in cinquanta minuti di traversata in traghetto, tempo che utilizzo per aggiornare il diario, leggendo Città di carta di John Green e respirando un po’ di arietta fresca sotto il cielo terso della Dalmazia. E’ l’arrivo sull’isola a darmi finalmente pace.

Durate le operazioni di attracco sembra di essere a bordo un’astronave guardando il piccolo porticciolo di San Pietro in Brazza (Supetar). Negozi, bar e ristoranti rendono molto vivace il borgo in zona porto, addentrandosi tra le case regna invece la quiete delle ore più calde di una giornata di sole.

La mappa che ho preso all’ufficio turistico indica diversi punti di interesse: la chiesa parrocchiale e la chiesa di St Martin, il museo parrocchiale, la biblioteca, il cimitero monumentale e la piccola galleria dello scultore Ivan Rendic.

Insieme a pochi altri turisti visito la Chiesa parrocchiale, tralasciando il museo. Il mio chiodo fisso è la biblioteca. L’idea che gli elementi isola-mare cristallino- villaggio di casette in pietra-arte e biblioteca siano tutti insieme racchiusi in un posto come questo, lo rende non molto distante dall’idea che ho di luogo perfetto in cui rifugiarsiSupetar biblioteca

La biblioteca è una normale biblioteca di paese con scaffali metallici e file di libri sopra file di libri. Qui ho una gran voglia di perdermi per qualche minuto ed è quello che chiedo ad una sorridente giovane bibliotecaria che si mostra ben disposta ad essermi d’aiuto. Mi piacerebbe sapere di cosa parlano tutti questi libri o farmi un’idea delle letture che vanno per la maggiore qui. Purtroppo però mi è impossibile comprendere già le poche parole dei titoli. E’ brutto trovarsi in un luogo familiare, come lo è per me la biblioteca, e non poter essere catturata dall’effetto di un titolo e soffermarmi tra le quarte di copertina.

L’entità sociale-letteraria, da cui mi sento tagliata fuori, si fa ancora più interessante quando scopro che le sculture di Ivan Rendic, esposte in una stanza al primo piano della biblioteca, sono per lo più busti che ritraggono scrittori croati. Se penso poi che esiste un antico alfabeto croato, il glagolitico, questo mondo sconosciuto é come un tesoro nascosto in un luogo segreto. C’è una tavola dei caratteri dell’alfabeto su un foglio appeso in bacheca, me ne accorgo poco prima di andarmene dalla biblioteca.

Brac è una località rappresentativa anche di ben altre ricchezze della Dalmazia, diverse risorse naturali le fanno onore. Innanzitutto la pietra bianca tipica dell’isola, utilizzata in edilizia per architetture importanti come il palazzo di Diocleziano, gran parte del centro storico di Spalato e addirittura, a quanto pare, la Casa Bianca. Sull’isola c’è una scuola di scultura e gli scarti di pietra vengono impiegati anche per realizzare prodotti artigianali di ogni genere in vendita nei negozi e nelle bancarelle del porto. Altre ricchezze sono l’olio d’oliva e la lavanda. Per pranzo invece mi affido ad un forno che espone una produzione di pani, pagnotte e brioches a cui è impossibile resistere. Si trova allontanandosi dal paese in direzione ovest, poco prima dell’inizio della spiaggia.

Supetar spiaggia fossiliSono due i punti in cui mi fermo per fare qualche bagno e prendere un po’ di sole. La prima spiaggia che trovo è una distesa di ciottoli e fossili ed ha un aspetto più selvaggio dell’affollata baia di Banj che si trova più avanti. Banj è un arco di sabbia e mare cristallino contornato solo parzialmente dagli spiazzi di cemento tipici delle spiagge croate. Qui ci sono bar, ristoranti, cabine massaggi, gonfiabili galleggianti, servizi di noleggio ombrelloni e lettini. Nonostante ci sia parecchia gente l’atmosfera non è per nulla caotica. Qui la gente si gode mare e sole punto e basta. Lo fa per lo più in silenzio o chiacchierando con il vicino di ombrellone con toni molto contenuti.

Supetar spiaggia BanjSenza volerlo curiosando oltre la spiaggia mi ritrovo al cimitero. Il posto affascina per la posizione, su un lieve pendio affacciato sul mare blu all’ombra dei pini marittimi. Indubbiamente c’è un senso di quiete. Il cimitero è tra i punti d’interesse segnalati dalla Rough Guide Feltrinelli e dall’ufficio informazioni. Ospita infatti l’imponente mausoleo di Petrinovic e diverse sepolture sono opere di arte funeraria.

L’effetto che fanno alcune cappelle di famiglia – con porte di ferro che danno su altari ornati da lumini accessi e gradini che scendono sotto terra – è un misto di attrazione e repulsione, c’è rispetto e compostezza religiosa e allo stesso tempo di un po’ di timore. Non sia mai che soffermandosi troppo parta la colonna sonora di qualche film thriller.

Tra un po’ di bagni e sole si fa l’ora del rientro, mi avvio al porto e tra Supetar e Spalato faccio varie tappe spesa. Sull’isola prendo del prosciutto crudo dalmata, della paprika e una piccola bottiglia d’olio di produzione locale. Al mercato di Spalato mi rifornisco di verdura e per cena organizzo un piccolo banchetto casalingo a base dei superbi cevapcici del take away Ba!ce e un bicchiere di vino bianco. Spalato bar lvxor

La serata si conclude in città a Spalato, seduta sui gradini del peristilio, su un cuscino rosso del bar LVXOR. Sorseggio un mojito e aggiorno il diario. Di fronte a me c’è un cantante dall’aria folk-unplugged. E’ seduto su uno sgabello fuori dal bar e, accompagnandosi con la melodia della chitarra, anima l’intera piazza con pezzi che vanno dai Coldplay, a Phil Collins e i Beatles.

Wikipedia definisce il peristilio uno spazio aperto circondato da una serie di colonne. A seconda dello stile a cui si ispirava, il peristilio era l’elemento architettonico centrale di una costruzione o uno spazio che aveva la funzione di separare/proteggere un edificio importante – come una chiesa o un tempio – dal resto della città.

A Spalato il peristilio sembra essere entrambe le cose, è il cuore pulsante della città giorno e notte. Sul suo rettangolo di pavimento lucido c’è un perenne andirivieni. Qui però ci si ferma anche a riposare e chiacchierare sui gradini. In ogni caso se ci si arriva per la prima volta inevitabile é rallentare il passo e fare una giravolta su se stessi.

Spalato peristilioLa sfida del turista è un’infinità di tentativi, con scatti fotografici e video, finalizzati a rendere autentica testimonianza dell’atmosfera e dell’unicità di questo posto. Io ci ho provato ed è impossibile. L’unica fedele descrizione del peristilio di Spalato è vederlo e viverlo almeno per un paio di minuti. Io avrò la fortuna di poter tornare qui ancora per qualche sera. Meno male perché me ne sono innamorata già dalla prima volta che l’ho visto lo scorso anno!

Tra l’isola di Brac, il mare, la vita da spiaggia, la cena take away e la serata al peristilio, stasera chiudo gli occhi nella certezza che questa giornata si possa concludere con un bilancio più che positivo e con il desiderio di ripartire per un’altra isola già domani mattina.

Spalato, 22 agosto 2017

© Riproduzione riservata – Immagini de La Sere

Viaggio a Spalato: in fuga a Supetar sull’isola di Bracultima modifica: 2017-09-12T21:28:13+02:00da lesenedelase
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