Viaggio a Zara: la magia dell’acqua ai laghi di Plitvice

E’ difficile convincermi che valga la pena rinunciare a un giorno di mare per un’escursione nell’entroterra. Ci sono però le dovute eccezioni e una, sono sicura, è nel cuore della Croazia ed è il paradiso d’acqua del Parco nazionale dei laghi di Plitvice.

laghi Plitvice 3

Ieri sera mi sono iscritta ad un’escursione in giornata con un piccolo bus che parte dalla Old Town. E per me oggi raggiungere Plitvice equivale a realizzare un sogno.

Da Zara il viaggio dura circa due ore e il paesaggio si diverte a cambiare veste più volte senza curarsi di chi lo guarda sfilare fuori dal finestrino.

Lasciato il dietro le quinte della zona commerciale della città, tutto d’improvviso è deserto e brullo. C’è l’autostrada e basta. Intorno si vedono solo anonime colline, ammassi di pietra chiara con qualche cespuglio qua e là che sembra portato qui d’estate come vano tentativo di rassicurare il turista dall’impatto con un paesaggio troppo spoglio e povero.

La striscia blu del mare è sempre più lontana e indefinita fino a scomparire e per un po’ non sono molto convinta che sia stato effettivamente vantaggioso aver ceduto il mare per l’entroterra. Ad un certo punto si sale verso le montagne, la strada volta bruscamente le spalle al mare, si infila in qualche galleria e da lì qualcosa cambia, compaiono prati e qualche timido campo e il verde inizia a rendere tutto meno aspro. Non che ci sia questo gran movimento, la case sono pochissime, così come i pezzi di terra coltivati.

laghi Plitvice 2

Ma più avanti la vegetazione inizia a farsi più decisa e robusta e il territorio si risveglia, attraversiamo finalmente un paese, Korenica, e di pari passo con un verde che assume sempre più le sembianze del bosco compaiono piccoli alberghi e campeggi.

Ormai ci siamo, fra poco potrò finalmente immergermi nella mia mezza giornata fatta solo di bosco, cascate e laghi. E al mare ormai chi ci pensa più!

L’acqua è l’elemento che più di ogni altro esercita su di me il potere della resa. Nell’immensità del mare o di un lago mi lascio andare fiduciosa a quell’abbraccio che solleva e alleggerisce. E finalmente il peso del pezzo di mondo che mi sento addosso può essere per qualche istante restituito al mittente, inclusa me stessa.

A Plitvice non ci si può abbandonare all’acqua, l’acqua però abbonda nella sua presenza e nelle sue forme, come in nessun altro posto in cui io sia stata, al punto che potrei quasi farne indigestione. Qui si trova la staticità surreale di laghi, pozze e laghetti turchesi trasparenti, talmente immobili da sembrare lastre di vetro o gelatina alla mela verde. E d’improvviso scoppiano ruscelli che irrompono dagli angoli più impensati del bosco e sfacciatamente debordano come da rubinetti lasciati aperti o canne d’acqua schiacciate da un dito.

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E’ un movimento di forme e colori che cambia, si ripete e si alimenta all’infinito con cascate filiformi o a getto d’idrante, fughe abbondanti, multiple e multiformi di acqua che fuoriesce da salti di terreno come quando in pentola continua a bollirne troppa e lei disobbediente e allegra non vede l’ora di tuffarsi fuori, poi si infila e riemerge nei posti più impensati.

Nelle sue gradazioni verde, azzurro, turchese l’acqua è una lente che svela ogni dettaglio del fondale: sabbia, foglie, alghe robuste e sinuose, sassi che emergono ricoperti di muschi e fiori; pesci che sgattaiolano ora quasi immobili ora impazziti, come se avessero preso la scossa. In altri punti invece l’acqua è nebbia densa e avvolge sagome giallastre di tronchi di albero o rami caduti. Sembrano indecisi sul lasciarsi inghiottire e scomparire sul fondo o riemergere come mostri con artigli e corpi bitorzoluti.

Plitvice è questo, è passare ore e ore a camminare su passerelle di legno a guardare (e fotografare!) lo spettacolo dell’acqua. Acqua che scorre baldanzosa e violenta come un bambino euforico e ipercinetico, acqua che è ferma come quei mimi che si trovano per strada e che puoi solo toccare per avere la certezza che sono vivi e non statue. Laghi e pozze sembrano di vetro, cascate e ruscelli sono schiuma di sapone o spruzzi che si liberano con un’esplosione, come subito dopo aver stappato uno spumante.

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E se per oggi credo di aver davvero fatto indigestione di acqua e bosco, domani so che già che questo luogo mi mancherà. Ripenserò a Plitvice ogni qual volta sentirò il bisogno di immergermi nella natura e fermare il tempo grazie al gioco, alla danza e alla magia che solo l’acqua libera e vivace in mezzo alla natura sa creare.

Zara, 17 agosto 2019

© Riproduzione riservata – Immagini de La Sere

Viaggio a Zara: la magia dell’acqua ai laghi di Plitviceultima modifica: 2019-09-15T23:29:01+02:00da lesenedelase
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