L’addio a Saint-Kilda di Éric Bulliard

L’addio a Saint-Kilda di Éric Bulliard è un romanzo storico che racconta l’esodo degli ultimi abitanti di un piccolo arcipelago al largo della Scozia. addio sait kilda

Vite che dipanavano qui la loro fragilità, lentamente, al ritmo delle stagioni e di un ciclo che dovevano immaginare infinito, pare di sentirle ancora, qui, tutto intorno.

Saint-Kilda è un gruppo di isole disperso nell’Atlantico. Cinquanta miglia ad ovest delle Ebridi esterne, è raggiungibile in tre ore di barca solo nei giorni di bel tempo. Sito tutelato dal National Trust della Scozia e patrimonio dell’Unesco oggi è disabitato ma sull’isola principale, Hirta, i resti di un villaggio e un museo testimoniano che qualcuno vi ha vissuto fino al 1930.

Vivere a Saint-Kilda significa resistere a condizioni metereologiche avverse, restare isolati per lunghi periodi dell’anno e contare su un regime di sostentamento al limite della sopravvivenza. Dai sei ai nove mesi in solitudine, in balìa di vento, pioggia e nebbia nella speranza che l’inverno non sia troppo rigido e le provviste di carne di procellaria durino fino alla bella stagione.

Non si sono mai tirati indietro davanti alla fatica, né alla prospettiva di un avvenire che assomigliava sempre al passato, al loro come a quello dei loro padri, di tanti altri prima di loro.

Ad Hirta gli abitanti erano al massimo un centinaio e tutti facevano parte del Parlamento di Saint-Kilda, ove si stabiliva la divisione del lavoro di ogni giorno e come cercare di governare il proprio destino. L’aiuto esterno arrivava ogni anno in primavera da una nave che portava caramelle, tabacco e altri viveri in cambio di olio di procellaria e lana di tweed, oppure da contatti sempre più frequenti con chi viene da altre terre: qualche missionario, il pastore e il maestro di scuola che si stabiliscono sull’isola insegnano agli abitanti a rendere le case più confortevoli, a migliorare le condizioni d’igiene e a leggere e scrivere.

E raccontano di come si vive in altri luoghi, insinuando il desiderio di scoprire nuove terre: l’Australia, l’Inghilterra, la California, il Canada. Così qualcuno parte verso un’altra vita possibile  migrando altrove per fare fortuna o in cerca di un clima più caldo, e nel frattempo ad Hirta arrivano avventurieri e curiosi e con loro nuove malattie come il vaiolo. A Saint-Kilda gli abitanti diminuiscono, il ricambio generazionale e la forza lavoro sono sempre più a rischio.

Il racconto dell’esodo di Saint-Kilda nasce da un’immagine: una fotografia del Parlamento esposta in un museo. Da lì il desiderio di conoscere Hirta, visitare l’isola e riscriverne la storia più recente. Il libro è un tributo alla resilienza di un popolo minuscolo fedele all’isola e alla vita dei suoi antenati fino al giorno in cui per sopravvivere deve disperdersi in terre straniere.

Pensare diversamente o, a volte, soltanto pensare, é già partire un po’.

© Riproduzione riservata – photo credit La Sere

L’addio a Saint-Kilda di Éric Bulliardultima modifica: 2021-04-25T23:57:17+02:00da lesenedelase
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