Viaggio a Edimburgo: la casa di John Knox e il People’s Story Museum

Edimburgo vuole farmi tastare un po’ del suo lato british da pozzanghere e piedi inzuppati. E’ l’ultimo giorno e già attraversando il giardino del campus per andare a far colazione capisco che oggi c’è poco da stare all’aria aperta. Intorno al Pollock Halls il paesaggio è avvolto da nuvole basse e nebbia, la cima di Arthur Seat non si vede, difficilmente riuscirò di nuovo a scampare la pioggia. Edimburgo High Street

Il brutto tempo mi mette in modalità rallenty, con calma preparo il bagaglio e lascio il trolley e tutto ciò che è zavorra alla reception, dove arrivo non prima dell’orario limite per il check out. Da questo momento sono ufficialmente homeless e sarà così fino a stasera quando rimetterò piede a casa.

Rassegnata a ombrello e k way – ora piove e sembra novembre – prendo un bus per il centro e mi metto alla ricerca della casa di John Knox. E’ su High Street, la via principale di Edimburgo, ma non è facile da trovare, è una striscia di costruzione talmente ridotta che quasi scompare in quel prepotente accalcarsi di palazzi, insegne e attività che la circondano. Eppure questa casa, in cui in realtà Knox ha vissuto ben poco, resiste qui dal millequattrocento.

E’ un piccolo gioiello medievale, me ne accorgo solo grazie alla scrupolosa voce dell’audioguida. Sulla facciata di pietra scura risaltano scritte dorate e lo stemma di una delle famiglie che vi ha abitato. All’interno salire le scale a chiocciola di pietra chiara e percorrere le stanze con soffitti a cassettoni arricchiti da giochi di colore, le maioliche olandesi del camino, il banco di lavoro di un orefice e alcuni oggetti e libri di Knox – tra cui la prima Bibbia in inglese – è come fare un breve viaggio indietro nel tempo.

Edimburgo

Guardo fuori dalle finestre, oltre i timidi riquadri di vetro appannato, come se fossi in una piccola pietra preziosa custodita in qualche remota tasca della storia di Edimburgo. Chissà com’era la città sei secoli fa? La strada, la skyline dei palazzi, la Cattedrale, era già così maestosa? In questo momento, con i contorni confusi nel bianco indefinito della nebbia, sembra più il fantasma di se stessa.

Per pranzo non intendo perdermi in ricerche su TripAdvisor, mi incammino su High Street fino a dove cambia nome in Canongate.  Subito trovo il Cafè Bistro Luscious Edinburghun posticino tranquillo con servizio made in Italy. Ad accogliermi c’è una ragazza con cui tento di scambiare qualche parola in inglese ma i nostri spiccati accenti lombardi tradiscono in meno di due frasi le origini comuni. E dopo un buon hamburger, che finalmente posso gustarmi senza fretta, sono pronta a ripartire.

La seconda e ultima tappa del viaggio è il People’s Story Museum. Non è uno di quei musei sfavillanti e interattivi che fanno di tutto per catturare l’attenzione e ti fagocitano con l’illusione di vivere un’esperienza. Gli allestimenti sono fatti con rigidi manichini, fotografie ingiallite e didascalie scritte su ritagli di carta. Visto così mi ricorda un po’ il teatro delle marionette e il sussidiario di storia delle scuole medie.

Qui non si parla delle grandi teste di Edimburgo come l’economista Adam Smith, il filosofo David Hume, lo scrittore Robert Louis Stevenson. Qui si racconta la gente comune che ha vissuto nelle case sovraffollate, ha lavorato come domestico, carpentiere, rilegatore, addetto alla lavorazione del malto o è stata parte attiva nel fermento sociale delle suffragette o delle cooperative di produzione e commercio. People s Story Museum - Edimburgo

Questi quattro giorni sono passati in fretta. Venendo in aeroporto in bus e tram ho attraversato diverse zone della città. Tra ponti, strettoie, giardini, maestosi viali e palazzi la città si è divertita più volte a cambiare forma e ad aprire mille porte. Solo ora mi rendo conto che Edimburgo non mi ha mai permesso di crogiolarmi nel pensiero di come la consegnerò al blog. So solo che scrivere è l’unico modo che conosco per rivivere la città e restituirle una preziosa nicchia nella mia memoria.

Aeroporto di Edimburgo, 24 giugno 2019

Edimburgo poteva d’improvviso trasformarsi in una città sospesa nell’aria quando la luce era di un certo bianco perlaceo

Da Gli anni fulgenti di Miss Brodie di Muriel Spark

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Viaggio a Edimburgo: la casa di John Knox e il People’s Story Museumultima modifica: 2019-08-01T23:22:56+02:00da lesenedelase
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